L’Italia del turismo è tornata ai valori precrisi con una spesa del comparto che nel 2023 ammonterà a 155,2 miliardi di euro, ponendo il settore tra i protagonisti indiscussi dell’economia nazionale, con la possibilità di crescere ulteriormente solo se tutti i protagonisti sapranno fare rete e sinergie.
Il ministro al Turismo, Daniela Garnero Santanchè ha radunato operatori, associazioni, istituzioni locali a discutere di turismo sulle sponde del lago Maggiore a Baveno con una compagine davvero importante di esponenti del Governo, «ma non è una passerella – chiarisce in apertura – perché il turismo è materia trasversale: sarebbe un errore di visione se non lo capissimo» aggiungendo che «dobbiamo avere la grande ambizione di far ritornare la nostra nazione al primo posto del podio nella classifica di tutti i Paesi del mondo. E dobbiamo tornare a essere orgogliosi di essere italiani».
Il turismo italiano macina grandi numeri – nel 2023 si stima che la spesa del comparto turistico ammonterà a 155,2 miliardi, poco meno di 1/3 della spesa turistica deriva dal comparto internazionale -, ma certo può fare molto di più. Per questo il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, ricorda quanto sia stata importante l’istituzione di un ministero dedicato per questo settore: «noi andammo da Draghi con Giorgia (Meloni) e dicemmo: presidente non ti sosteniamo. Ti proviamo a dare dei consigli nell’interesse dell’Italia. Una cosa devi fare: rimettere il ministero del Turismo. E devo dire che il presidente Draghi ci diede retta».
Un segmento che promette di dare grandi risultati in vista dell’anno prossimo, anno delle radici italiane, è quello del turismo delle origini. Secondo Confcommercio rappresenta una domanda potenziale, di dimensioni sorprendenti: si va dai poco più di 6 milioni di nostri concittadini residenti all’estero, che diventano 80 milioni con i discendenti e oriundi Italiani. Numeri che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo.
Ne è ben conscio il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, secondo cui «l’obiettivo non è farli tornare nelle grandi città, ma nei piccoli borghi da dove provengono i loro antenati. Vogliamo far sì che tutta l’Italia possa essere méta turistica, per questo sto coinvolgendo tutti in sindaci dei comuni sotto i 5.000 abitanti».
Degli altri segmenti da sviluppare, turismo di lusso, congressuale e benessere, ha parlato il ministro delle Imprese e del “Made in Italy”, Adolfo Urso, che annuncia anche una mossa contro il carovita: «vogliamo proporre una misura per portare più famiglie possibile al ristorante anche nel periodo natalizio e in quello successivo alle feste».
Spazio anche al turismo accessibile con il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che annuncia un protocollo d’intesa tra il ministero della Disabilità e il ministero del Turismo per offrire sempre più qualità. Santanchè chiarisce subito il concetto: «non voglio più vedere un albergo che magari ha delle camere attrezzateper i disabili, ma fanno schifo come se fossero turisti di serie B, devono avere gli stessi confort, non sono cittadini di serie B».
Tra i moltissimi presenti, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, secondo cui «il turismo è sottovalutato e può diventare la prima industria» sopravanzando quella manifatturiera e quello di Federalberghi, Bernabò Bocca, che sottolinea come l’importante sono i servizi che «il turista trova fuori e da noi trova le file dei taxi».Bocca spiega che ora le grandi catene alberghiere stanno entrando tutte assieme nel Belpaese dopo averlosnobbato per anni: «nei prossimi due anni arriveranno a Roma ad esempio le prime 4-5 catene più grandi al mondo. Four Seasons aprirà due hotel (saremo una delle poche città al mondo), arriverà Mandarin, Rosewood, Nobu, Six Senses. Possiamo dire che entreranno circa 1.500 camere di livello extralusso. Credo che sia un vantaggio per tutti perché alzando il livello dell’offerta e della qualità gli altri alberghi non devono vederli come mostri ma come un traino dell’offerta in cui mettersi in scia, quello che è successo a Milano ma a Parigi e a Londra».
Un’Italia turistica passa attraverso la destagionalizzazione che si può ottenere allargando l’offerta a più comparti, come quello del benessere interpretato dalle numerose località termali sparse per la nazione. «In tutto il mondo la domanda di benessere, soprattutto dopo il Covid, è esplosa – sottolinea Massimo Caputi, presidente Federterme Confindustria -. L’Italia però è ancora in ritardo ma stiamo cercando di recuperare lavorando insieme al ministero del Turismo e agli altri ministeri di riferimento. Le persone vogliono vivere meglio e di più: le acque termali sono potentissime, ancor più se coniugate in modo appropriato con i corretti stili di vita. Proprio per questa sua caratteristica originaria, il settore termale è l’unico segmento del turismo che offre un elemento fondamentale per l’intero sistema: la destagionalizzazione. Abbiamo perciò tutti i numeri per recuperare il gap con gli altri Paesi».
Il benessere passa anche attraverso la tavola e una corretta alimentazione di qualità: secondo Coldiretti, «oltre un terzo della spesa di italiani e stranieri in vacanza in Italia è destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche in mercati, feste e sagre di Paese. Il cibo è dunque la voce più importante del budget della vacanza estiva in Italia tanto che è diventato per molti turisti la principale motivazione del viaggio con il boom del turismo enogastronomicoanche grazie alle numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino. Uno scenario che dimostra la centralità per la vacanza “Made in Italy” del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale». E per il presidente dell’organizzazione agricola, Ettore Prandini, si possono attivare sinergieanche tra il mondo agricolo e il turismo sostenendo il comparto dell’agriturismo.
Per un paese come l’Italia ricco di oltre 7.000 chilometri di coste, le crociere rappresentano un notevole volano turistico «che genera un beneficio economico ed occupazionale significativo, non solo nei periodi di alta stagione, ma anche durante tutti gli altri mesi dell’anno – ha detto Gianni Onorato, amministratore delegato di Msc Cruises -. Nel 2023 i porti italiani avranno movimentato 13 milioni turisti in arrivo e in partenza grazie alle navi da crociera, un record mai registrato in precedenza che continuerà a crescere ulteriormente nei prossimi anni. A marzo la Clia, l’associazione internazionale delle compagnie crocieristiche, organizzerà a Genova una delle più importanti fiere a livello mondiale del settore, che raggrupperà armatori, autorità marittime, istituzioni, operatori e tutti i fornitori legati alla catena degli approvvigionamenti delle navi. Questo evento, – ha spiegato Onorato – oltre a rappresentare una grande opportunità per l’Italia, testimonia l’importanza che il nostro paese riveste a livello globale per le crociere e che le crociere rappresentano per il nostro paese a livello turistico ed economico».
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