Immobiliare, calo a due cifre per vendite e stipula di nuovi mutui

Bce mette in guardia da possibili choc del mercato: «siamo pronti ad intervenire».

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Un calo a doppia cifra delle vendite e un vero e proprio crollo della stipula di nuovi mutui in appena un anno: i dati notarili sulle compravendite del settore immobiliare certificano il gelo del mercato della casa dopo il boom delle ultime stagioni, mentre la Banca centrale europea lancia l’allarme sulla diminuita redditività delle società immobiliari e mette in guardia sul fatto che «quasi tutti i Paesi della zona euro hanno adottato misure macroprudenziali per affrontare le vulnerabilità nel settore immobiliare residenziale, ma le azioni di politica mirate al settore immobiliare commerciale sono state molto più contenute».

Il ritmo del calo del mercato si accentua. Secondo i dati Istat nei primi tre mesi del 2023 le compravendite sono scese del 5% rispetto al trimestre precedente e dell’11% rispetto ad un anno prima. La stretta è ancora più evidente sui mutui, diminuiti del 31% in un anno, il 12,6% in meno in un trimestre.

«Dopo otto trimestri consecutivi di crescita, registrati tra il III trimestre 2020 e il II trimestre 2022, gli ultimi tre evidenziano una contrazione che è trainata principalmente dall’abitativo, settore di spinta dell’intero mercatoimmobiliare» afferma l’Istat. Per il mercato della casa il calo è generalizzato, mentre gli investimenti sono proseguiti per quello economico. Il settore abitativo segna, su base annua, variazioni percentuali negative in tutto il paese: NordOvest -16,5%, Centro -16,0%, NordEst -7,8%, Isole -4,9% e Sud -4,6%. Il settore economico cresce nel Sud (+5,5%), nel NordEst (+2,8%), nelle Isole (+1,0%) e nel NordOvest (+0,7%), mentre diminuisce nel Centro (-1,8%).

Nel settore abitativo le compravendite si riducono, sia nei grandi come nei piccoli centri (rispettivamente -18,3% e -6,4%); in quello economico, al contrario, aumentano (rispettivamente +1,5% e +1,6%). Nel suo report la Bce avverte anche sui possibili effetti che un indebolimento significativo del mercato del lavoro potrebbe avere «un rischio significativo per i portafogli immobiliari residenziali» e «anche se le banche hanno esposizioni minori nei mercati immobiliari commerciali, le perdite in questo segmento potrebbero agire come un fattore amplificante in caso di uno choc più ampio».

E con un’inflazione ancora non domata, anche se in consistente calo, la Banca centrale europea ha ammonito di essere pronta ad intervenire con ulteriori ritocchi dei tassi d’interesse, cosa che avrebbe un’immediataripercussione sul mercato immobiliare e sull’andamento dei mutui casa, oltre che sulla crescita di possibili difficoltà nell’onorare le rate dei mutui che, specie nel caso dei variabili, nel giro di un solo anno hanno visto la rata media mensile crescere anche del 50%,diventando insostenibili per molti mutuatari.

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