“Cartello dei camion”: la Corte d’Appello di Milano conferma la condanna

Decisi 200 milioni di ulteriori risarcimenti a favore degli acquirenti di camion. Franchini «una notizia fondamentale passata in sordina».

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Cartello dei camion

A luglio 2026, la Commissione europea, dopo 14 anni di indagini, condannò con una multa di 2,93 miliardi di euro il cosiddettoCartello dei camion” costituito dai principali costruttori europei di settore, Man,Volvo/Renault, Daimler, Iveco e Daf, per avere messo in pratica attività anticoncorrenziali a danno degli acquirenti di mezzi pesanti, che hanno pagato più del dovuto l’acquisto dei mezzi.

Ora, arriva un’altra condanna, da parte della Corte d’appello di Milano, sezione specializzata in materia d’impresa, che ha condannato il “Cartello dei camion” a risarcire con ulteriori 200 milioni gli acquirenti, respingendo le impugnazioni dei costruttori e ritenendo infondate le questioni di pregiudizialità circa l’efficacia della transazione conclusa nell’estate del 2016.

«Stupisce che la notizia della sentenza milanese sia stata passata praticamente sotto silenzio, se si eccettua qualche lancio nella stampa economica – commenta il presidente dell’Associazione degli autotrasportatori indipendentiRuote Libere, Cinzia Franchini -. Eppure per il mondo dell’autotrasporto rappresenta una conferma importante. Il “Cartello dei camion” composto dai costruttori Man, Volvo/Renault, Daimler, Iveco eDaf perde così anche la partita della prescrizione. Oggetto delle sanzioni i comportamenti illeciti portati avanti dal 1997 al 2011. Quattordici anni in cui i vertici dei vari marchi delle case costruttrici di autocarri si sono incontrati e accordati su aumenti dei prezzi e tempistica per l’introduzione di tecnologie anti-inquinamento».

Per Franchini «la sentenza è importante, una notizia clamorosa per molte aziende di autotrasporto in attesa dei risarcimenti, eppure stranamente, a parte i due articoli nei mezzi, nessuno ha commentato o semplicemente rilanciato il contenuto. Una notizia che non appare né sulle riviste di settore, né sui siti delle associazioni di categoria, solitamente attente a comunicare agli associati le novità del mondo dell’autotrasporto».

In ballo, secondo Franchini, «ci sono risarcimenti stimati per circa 10.000 euro a mezzo acquistato in quel periodo e che ora possono essere, in teoria, reclamati dalle aziende».

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