Da Bankitalia nuovo allarme debito per l’economia che arranca

Scendono i prestiti a famiglie (-0,9%) e imprese (-6,7%). E la Finanziaria 2024 appare sempre più inattendibile, con una previsione di crescita doppia di quella reale.

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Si diffonde l’incertezza nell’economia italiana, con la produzione manifatturiera che arretra, i tassi sui prestiti e sui mutui ancora altissimi ed è sempre più difficile accedere specie per famiglie e piccole e medie aziende, l’inflazione in calo ma è sempre su livelli elevati soprattutto per fare la spesa quotidiana, mentre arriva da Bankitaia un nuovo allarme debito pubblico che per il Paese rimane un fardello, «fonte di vulnerabilità – secondo il direttore generale di Bankitalia, Luigi Federico Signorini – della nostra economia», anche perché nei prossimi anni scenderà «solo marginalmente».

E il fatto che la Finanziaria 2024 preveda una crescita del Pil all’1,2% quando i dati reali affermano che sarà meno della metà, con una forte ipoteca sulla sostenibilità del debito pubblico nazionale non promette nulla di buono.

Il quadro economico italiano, in continuo aggiornamento, non lascia ben sperare per i mesi futuri tanto che l’Istat, così come Bankitalia, al nuovo giro di dati parla di «prospettive incerte». La stessa incertezza che si leggeva nelle parole dell’ormai ex governatore, Ignazio Visco, che parlava di «sostanziale ristagno» non aiutato da mutui e prestitiche – spiega Bankitaliacontinuano a calare per le famiglie (-0,9%) e le imprese (-6,7%). Tanto che, ad esempio, gli artigiani della Cna si dicono preoccupatissimi per la stretta sul credito.

La Bce torna a spaventare i mercati e, dopo aver scelto una politica attendista sui tassi lasciandoli fermi nell’ultima riunione, non esclude nuovi interventi, con il presidente Christine Lagarde che avverte: «se ci saranno altri shock dovremo rivedere» il livello. Ovviamente al rialzo, viste le tensioni che si stanno riflettendosulle quotazioni internazionali dei prodotti energetici, a loro volta volano principale dell’andamentodell’inflazione.

La situazione italiana ed europea sta volgendo al brutto: l’ultimo dato sulla crescita (il terzo trimestre) vede la Germania già in area negativa, mentre l’Italia galleggia a quota zero, sfiorando l’ingresso in recessione tecnicaper due trimestri consecutivi in calo. Il dato della produzione manifatturiera non lascia dubbi: crescita zero a settembre su agosto e -2% su settembre 2022, anche se nella media del terzo trimestre il livello della produzione aumenta di poco: lo 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti.

Sono sempre i consumi ad andare male: l’indice mensile cala per i beni di consumo (-2,2%). In termini tendenziali l’indice cala per la produzione dei beni di consumo del 6,5%. Ci sono tutti i segnali per una brusca frenata: «le prospettive economiche internazionali restano molto incerte, condizionate dall’acuirsi delle tensioni geo-politiche e dalle condizioni finanziarie sfavorevoli per famiglie e imprese -, spiega l’Istat -. Ad ottobre, la fiducia di famiglie e imprese ha continuato a calare, suggerendo che l’economia italiana potrebbe rallentare nei prossimi mesi».

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