Elezioni in Trentino: Fugatti riconfermato presidente con oltre il 50%

Centrodestra ha totalizzato più consensi del 2018. Staccato il centro sinistra. Il forte astensionismo penalizzale formazioni minori.

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Elezioni in Trentino lupi
Il presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti.

Alle elezioni provinciali in Trentino Maurizio Fugatti (Lega) si conferma alla presidenza della Provincia autonoma con il 51,82% (527 sezioni rilevate su 527, dati definitivi), staccando di circa 14 punti la coalizione guidata da Francesco Valduga – 93.888 voti, il 37,5% – candidato dell’Alleanza democratica autonomista, un centrosinistra formato da Pd, Campobase, Alleanza Verdi e Sinistra, Casa Autonomia.eu, Azione, Italia Viva e Fascegn.

Interessante notare come il centrodestra abbia totalizzato più consensi rispetto al 46,73% del 2018. Cinque anni fa il centrosinistra – senza il Patt che corse da solo e raggiunse il 12,42% e ora all’8,18% – prese il 25,4%.

Seguono Filippo Degasperi di Onda Civica (3,81%), Marco Rizzo (2,26%), l’ex leghista Sergio Divina (2,22%) che guidava la terza coalizione, Alex Marini del M5S (1,92%) ed Elena Dardo (0,48%).

Il centrodestra potrà contare su una maggioranza di 21 consiglieri provinciali (compreso il presidente), comenella precedente legislatura, mentre il centrosinistra ne avrà 13 e Onda Civica 1. Fuori Consiglio tutti gli altri, come pure Forza Italia guidata dall’ex assessore regionale Giorgio Leonardi, che chiude al 2,02% e il M5s.

Nel centrodestra il sorpasso di Fratelli d’Italia ai danni della Lega non è riuscito, visto che la partita è finita rispettivamente a 12,35% contro il 13,05%, ma comunque entrambe con una rappresentanza di 5 consiglieri. L’altra lista a supporto di Fugatti, Noi Trentino per Fugatti presidente conquista un insperato 10,73% e 4 consiglieri. Comunque, tra le fila della Lega, nonostante il successo, è forte il malumore per la pattuglia degli eletti più che dimezzata rispetto al 2018, quando erano stati eletti 13 consiglieri.

Sul fronte del centrosinistra, il Pd si conferma prima forza politica con il 16,64% e 7 consiglieri, mentre tra le forze minori è forte l’insoddisfazione per il risultato della coalizione che avrebbe dovuto essere il terzo incomodo e l’alternativa tra il polo vincente di centro destra e di centro sinistra. Per Sergio Divina il risultato è doppiamente amaro con il 2,22% (superato anche dalla candidatura in solitaria di Marco Rizzo con Italia Sovrana e Popolare che chiude al 2,26%), che impedisce l’elezione sua e dei suoi candidati, compreso il consigliere provinciale uscente Ivano Job.

«Il risultato delle elezioni in Trentino è sotto le aspettative. Il nostro termometro ci diceva che c’era una forte riluttanza a votare chi ha governato ma i risultati dicono l’esatto contrario – ha detto Divina -. Sono stati premiati, nonostante si faccia fatica a trovare persone soddisfatte di questo quinquennio in ogni settore. Il nostro obiettivo era quello di portare un po’ di gente a votare perché tutte queste persone insoddisfatte di questo recente mandato ci hanno chiesto “dateci la possibilità di andare a votare”’, altrimenti l’astensionismo sarebbe stato ancora più alto».

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