Trentino Alto Adige al voto domenica 22 ottobre

Gli elettori scelgono i propri rappresentanti. L’importanza di esprimere il proprio diritto-dovere di votare per non lasciare ad altri l’arbitrio della scelta del proprio futuro.

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Trentino Alto Adige al voto

Domenica 22 ottobre gli elettori del Trentino Alto Adige sono chiamati alle urne per eleggere i rispettivi consigli provinciali che, successivamente, compongono il consiglio regionale. In Trentino, causa la legge elettorale differente, gli elettori scelgono direttamente il presidente della provincia, mentre in Alto Adige questo viene eletto successivamente dal Consiglio provinciale sulla base delle alleanze tra le varie forze politiche, così come avviene anche per i vertici della regione.

Se in Alto Adige lo scenario per quasi certa la rielezione alla presidenza della provincia l’uscente Arno Kompatscher forte della maggioranza relativa della Svp, in Trentino la situazione è molto più fluida, con ben 7 candidati presidente in lizza, ma con le possibilità di vittoria reale ridotta agli esponenti delle prime tre principali coalizioni, quella di destra centro guidata dal presidente uscente, il leghista Maurizio Fugatti che tenta il bis con una nuova maggioranza, il centro sinistra guidato dall’ex sindaco di Rovereto, Francesco Valdugae dal terzo incomodo Sergio Divina che si presenta alla guida di una colazione di tre liste centriste, tra cui quella di Alternativa Popolare per il Trentino.

La campagna elettorale in Trentino è stata caratterizzata dal rifuggire al confronto politico del presidente uscente con i suoi sfidanti, quasi che Fugatti temesse di essere messo dinanzi ai propri indiscutibili insuccessi (una breve, parziale, sintesi è disponibile a questo link), a volte clamorosi, culminati con un divario sempre piùampio delle risorse disponibili dall’Autonomia trentina rispetto a quella di Bolzano, u divario che dall’essere quasi inesistente nel corso della legislatura è cresciuto fino a 3 miliardi in meno per il Trentino, che oggi si trova in carenza di risorse per fronteggiare le spese relative alle numerose competenze che deve gestire, dalla sanità all’istruzione, all’università, al finanziamento degli enti locali e molto altro ancora.

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Se si guarda ai risultati nel campo dell’economia, con interi settori come l’artigianato in crisi o il turismo che chiude in negativo, o dei principali servizi pubblici come la sanità, il bilancio dell’azione politica del governo Fugatti è pesantemente negativa e questo potrebbe ritorcersi sulle sue possibilità di vittoria. A ciò si deve aggiungere una certa rissosità interna alla coalizione, dove non si contano gli sgambetti specie tra Lega Salvini e Fratelli d’Italia, con quest’ultimo che fino all’ultimo si è battuto per non riconfermare alla guida dell’AutonomiaFugatti, salvo dovere accettare l’imposizione delle segreterie nazionali di partito, alla faccia della tanto decantata autonomia decisionale locale.

Sul fronte opposto, il centro sinistra sfoggia una coalizione eterogenea guidata da un candidato presidenteFrancesco Valduga che si presenta con un bilancio decisamente scarso se non negativo dei suoi 8 anni di guidadel comune di Rovereto, la seconda città del Trentino, cosa che anche per le ambizioni di Valduga potrebbe essere un fattore poco premiante.

Al centro, altra possibilità è costituita dal ritorno sulla scena politica di Sergio Divina, già consigliere provinciale e senatore, che si presenta alla guida di una coalizione di tre liste tra cui spicca quella di Alternativa Popolare per il Trentino, che si propone di rimediare ai guai lasciati da Fugatti e di rilanciare l’economia e la stessa Autonomia speciale dopo una legislatura all’insegna dei contrasti frontali con la magistratura amministrativa e con la Corte costituzionale per via di scelte legislative in contrasto con l’assetto normativo esistente.

Si vedrà chi tra questi tre candidati principali – gli altri quattro hanno oggettivamente poche possibilità di affermazione – riuscirà a conseguire un voto in più che gli assegnerà i 18 consiglieri in palio per la maggioranza relativa, mentre è difficile che scatti il premio di maggioranza dei 21 consiglieri per la coalizione che supera il 40% dei voti. Molto dipenderà anche dal livello di astensionismo degli elettori, oggettivamente demotivati e sfiduciati da una politica che in Trentino ha perso spessore e capacità di sfornare amministratori capaci con una visione che vada oltre il mero contingente. Il bilancio della legislatura uscente è decisamente negativo e ciò dovrebbe spingere verso un cambiamento non riconfermando di chi ne è stato il responsabile.

Domenica 22 ottobre gli elettori scelgono e il loro diritto dovere è di andare a votare e di scegliere il meglio per il Trentino.

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