Imprese giovanili: in Veneto in dieci anni perso un quarto delle aziende

Grossule: «i giovani devono essere sostenuti e incoraggiati per fornire loro gli strumenti utili a dare seguito alla loro vocazione». Trento e Bolzano in controtendenza.

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Il Veneto ha perso oltre 10.000 imprese giovanili negli ultimi anni. Tra il 2012 e il 2022 le aziende under 35sono passate da 44.455 a 34.374, con una perdita pari al 22,7%. L’allarme è lanciato dal presidente del Gruppo Giovani di Apindustria Confimi Verona, Carlo Grossule, che ha interpretato i dati dell’indagine promossa dall’istituto Tagliacarne, secondo cui il Veneto è nella media rispetto all’andamento nazionale, che attualmente ha nelle Marche la regione con l’andamento più negativo, pari a -36,6%. Ci sono però le eccezioni, rappresentate da Trento e Bolzano, in controtendenza, rispettivamente con un +3,2% e +15,7%.

«I giovani faticano sempre di più ad integrarsi nel sistema produttivo. Questo dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per la politica e le istituzioni, a tutti i livelli. Oltre alle difficoltà iniziali, gli under 35 riscontrano ostacoli nella gestione aziendale dopo la fase di start up», afferma Grossule. La popolazione giovanile residente in Veneto, inoltre, ha avuto un calo del 4,1% ed è passata dagli 866.863 giovani del 2012 ai 831.307 del 2022.

«L’Italia è il Paese dell’Ue con la minore incidenza di under 35 sulla popolazione, con tassi natalità sempre più bassi e indici negativi sulla presenza degli studenti nei banchi di scuola – prosegue Grossule -. Questo impatta direttamente sulla spinta all’innovazione, alle nuove idee, alla competitività di cui i giovani sono spesso i principali interpreti. È necessario un cambio di rotta, per contrastare la minore propensione a fare impresa»:

Per Grossule per le imprese giovanili «la formazione è fondamentale, perché i giovani di oggi saranno i cittadini e gli imprenditori consapevoli di domani. Lo scopo è aumentare la cultura aziendale e dare la possibilità agli studenti di conoscersi e fare rete, ponendo le basi del proprio futuro lavorativo. A questo proposito, dobbiamo tornare a parlare di territorio e stringere forti sinergie. Come Confimi Apindustria da sempre collaboriamo a Verona con le altre datoriali giovani, anche attraverso la Scuola per l’Imprenditoria. Le relazioni sono il primo asset su cui occorre investire».

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