Sull’autotrasporto ma anche sul normale traffico automobilistico c’è una un’ulteriore spada di Damocle costituita dal caro AdBlue, l’additivo a base di urea indispensabile per il funzionamento dei moderni motori Diesel Euro 6 per l’abbattimento degli ossidi d’azoto allo scarico, tanto che il costo italiano è decisamente più caro che nel resto d’Europa, praticamente doppio.
Sulla questione del caro AdBlue italiano arriva un’interrogazione parlamentare del deputato Riccardo Augusto Marchetti della Lega, secondo cui «la ragione di questa situazione non è chiara, specie in confronto con il prezzo dei carburanti, dove quelli italiani, al netto delle accise, sono più o meno allineati».
Il problema del costo potrebbe essere parzialmente legato all’andamento del costo del gas metano, materia prima da cui oggi si ricava prevalentemente l’urea, oltre al fatto che in Italia risulta attivo un solo produttoreche, durante la crisi del caro metano, aveva sospeso la produzione di AdBlue proprio per l’impossibilità di sostenere i rincari, mandando in crisi la mobilità con la carenza dell’additivo che, a serbatoio vuoto, impedisce l’avviamento del motore.
Comunque la si giri, oltre al caro carburanti ora c’è anche il caro AdBlue, che non tarderà a ripercuotersi anche sull’andamento dell’inflazione che, dal leggero rallentamento delle ultime settimane, potrebbe avere un rialzocomplice anche l’andamento in aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del metano.
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