Costo dell’energia: forti aumenti per elettricità, gas metano e carburanti

Ultimo trimestre del 2023 all’insegna di forti rincari. L’elettricità del mercato tutelato a +18,6%. I carburanti in Italia costano mediamente 20 centesimi al litro in più che non in Europa.

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Costo dell’energia

Rincari, rincari e ancora rincari per il costo dell’energia nel suo complesso: l’ultimo trimestre 2023 è all’insegna di forti aumenti per l’elettricità, gas metano e carburanti per l’autotrazione.

Per l’elettricità l’aumento a due cifre era atteso, ma ha superato le stime della vigilia: la bolletta della luce per i consumatori del mercato di maggior tutela nei prossimi tre mesi sarà più cara del 18,6% rispetto al trimestre luglio-settembre. La tariffa per il mercato tutelato (circa 9 milioni su 30 milioni di clienti domestici) sale a 28,29 centesimi di euro al kWh, ma rispetto allo stesso periodo del 2022 cala del 57% (era 66,01 cent).

La spesa per la famiglia-tipo (che ha consumi medi di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW) dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 sarà di circa 889,60 euro, -32,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Un calcolo che non basta ai consumatori che parlano di “stangata” sul costo dell’energia e osservano come il prezzo la luce torna oggi ai livelli di fine 2021 e registra un rincaro del 47,3% sul 2020. Calcolando dal 1° ottobre 2023 al 30 settembre 2024, la spesa sale a circa 765 euro che sommati ai 1.265 del gas, determinano una stangata complessiva intorno a 2.030 euro dicono Assoutenti, Codacons e Unc.

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Chi già riceve il bonus elettrico (le famiglie con livello Isee fino a 15.000 euro e 30.000 euro per le famiglie numerose) avrà, da ottobre a dicembre in automatico un contributo straordinario, crescente con il numero dei componenti familiari. Una misura che vale in totale 300 milioni di euro prevista dal decreto approvato dal consiglio dei ministri lo scorso 25 settembre.

I bonus sociali vengono aggiornati per garantire un risparmio del 30% sulla bolletta elettrica (al lordo delle imposte) e del 15% su quella del gas (al netto delle imposte), aggiunge l’Arera. Il contributo si affianca a quelli del gas, per cui nel quarto trimestre sono confermati azzeramento degli oneri generali e riduzione Iva al 5%. Martedì prossimo l’Arera comunicherà la tariffa del gas per settembre, un costo dell’energia  stimato da Nomisma energia in crescita del 9%.

Non va meglio sul fronte dei carburanti. Secondo Faib Confesercenti, ad agosto 2023, per un pieno di 50 litri di benzina gli italiani hanno pagato 11 euro in più della media europea, aggravio quasi totalmente dovuto alla componente fiscale. Ipotizzando una media di 4 pieni nel mese, i consumatori italiani hanno speso 388,2 euro, oltre 45 euro in più della media europea, di cui più di 44 euro di imposte. Iva e accisa pesano per il 57% del prezzo (erano il 48% nel 2022).

Da gennaio a luglio del 2023, secondo i dati Faib Confesercenti, il costo dei carburanti in Italia è stato superiorerispetto alla media europea di 22,4 centesimi di euro al litro per la benzina e di 18,3 centesimi al litro per il gasolio, il più alto dal 2018. Nel prezzo al consumo della benzina e del gasolio nei primi sette mesi del 2023 in Italia, la quotazione internazionale pesa per il 32% per la benzina e per il 35% per il gasolio (nel 2021 il peso era del 26,6% e del 28%). Il ricavo industriale (margine lordo della compagnia) e il ricavo lordo del gestore (pari a 3,5 centesimi di euro, l’1,9% del prezzo della benzina e il 2% di quello del gasolio) insieme costituiscono tra il 10 e l’11% del prezzo finale. Il carico fiscale (Iva e accisa) pesa per il 57% del prezzo della benzina e il 53%del prezzo del gasolio (erano il 48% e il 42% nel 2022).

Il vero problema dei carburanti in Italia è la tassazione eccessiva che vige su benzina e gasolio, e che porta i listini italiani ai vertici della classifica Ue del caro-carburante, afferma il Codacons. Nella classifica europea del prezzo della benzina al netto delle tasse, l’Italia con una media di 0,908 euro al litro occupava la settimana scorsa il dodicesimo posto, e addirittura scendeva al diciottesimo posto per il prezzo del gasolio – continua il Codacons -. La situazione si ribalta però se si considera anche il peso della tassazione applicata ai carburanti: con Iva e accise, l’Italia balza infatti al quarto posto in Europa per il prezzo più alto della benzina, dietro solo a Danimarca, Grecia e Paesi Bassi.

«Di fronte a questi dati è evidente come il bonus benzina – il ministro alle Imprese Adolfo Urso ha stanziato 100 milioni di euro per calmierare il costo dell’energia – sia un provvedimento del tutto inefficace, che non interviene sui listini alla pompa e non frena affatto la crescita dei prezzi. – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Non intervenendo sulla tassazione, che è il vero grande problema dei carburanti in Italia, di fatto lo Stato specula sui rialzi ai distributori, incrementando le proprie entrate a danno degli automobilisti usati come bancomat». Senza dimenticare della spinta che il caro energia all’inflazione, visto che elettricità, gas metano e gasolio sono gli ingredienti di base dell’economianazionale.

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