In chiusura del Festival TrentoDoc 2023 il ministro all’agricoltura, Francesco Lollobrigida, è intervenuto per rassicurare i produttori di vino: vogliamo «ragionare con le altre nazioni europee e i paesi produttori di vinodell’intero pianeta per evitare la demonizzazione del vino ed è quello che stiamo facendo. Cercare anche di elevare la comunicazione del vino, mi permetto di rispondere anche alla domanda che mi aveva fatto precedentemente. Noi dobbiamo provare ad abbinare il vino anche ad alcune questioni che rappresentano il benessere anche fisico».
L’avvio di «tutti i ricorsi alle corti che devono giudicare se queste etichette sostanzialmente intervengono sul libero mercato così come viene previsto in Europa e con la tendenza necessaria ad avere etichettature uniche in tutta Europa», è una strada.
Ma l’altra, evidenziata al Festival TrentoDoc, è quella della cultura, dell’educazione. «Io credo che raccontarla anche col supporto della scienza, io ho provato anche a spiegarlo agli amici irlandesi, ho incontrato il mio collega a Bruxelles chiedendogli di parlare del vino nella sua definizione complessa, quindi la maggior parte del vino è acqua, vitamine e proprietà nutritive positive e, come tutti gli italiani, in maniera elegante gli ho portato una bottiglia di vino pensando che non la accettasse – ha raccontato Lollobrigida -, poi invece lui ha spiegato che era un problema di natura sanitaria, perché loro hanno un problema con l’alcolismo gravissimo, ma chiunque conosce un po’ l’Irlanda sa che il problema che hanno è l’eccesso di uso d’alcol peraltro di qualità spesso non propriamente analoga alla nostra e concentrato tra il venerdì e il sabato sera, quindi dovrebbero consigliare sulle etichette, o magari a livello scolastico nel momento della formazione, come non abusare degli alcolici e magari consigliare di seguire il metodo che utilizziamo noi italiani per assumere alcolici in maniera mediamente moderata».
Rispetto al messaggio ha aggiunto: «io, per esempio, ho scelto di promuovere la candidatura della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco, che è una cosa che l’Italia avrebbe dovuto fare forse anche in passato per metterla sullo stesso piano di chi oggi ha ottenuto questo riconoscimento, Francia, Messico, Corea e Giappone, e ovviamente la cucina italiana non sono solo i piatti, sono i nostri monumenti, la biodiversità, tutto quello che rende particolare il nostro modo di produrre e di trasformare ed evidentemente il vino è tra questi e abbinarlo ad eventi sportivi. Per esempio sono stato in una di quella dei francesi definiscono la capitale della gastronomia, a Lione, con la nazionale di rugby italiana a promuovere questo elemento, la cucina nel suo complesso e ovviamente accompagnata dal vino che i giocatori bevono, bevono i giocatori anche di altri sport e lo stiamo rappresentando, perché sport è benessere e buona alimentazione è benessere, le due cose vanno in parallelo».
L’Italia deve «proteggere il vino da una serie di aggressioni, che anche nell’ultima fase sono venute in essere e che tentano di criminalizzare il consumo partendo dai dati oggettivi. Noi – ha proseguito Lollobrigida intervenendo al Festival TrentoDoc – abbiamo il vino inserito nella nostra alimentazione sostanzialmente da sempre e siamo una nazione che per longevità segna record, seconda solo al Giappone, con un fatto che invece è oggettivamente altrettanto vero, ed è che il Trentino supera per longevità il Giappone, la media del Giappone, ed evidentemente in Trentino il consumo del vino non è secondario all’interno del quadro nutrizionale delle persone».
Lollobrigida ha quindi ribadito che «un consumo moderato non fa male, anzi per alcuni medici è consigliato, per esempio i cardiologi spessissimo danno indicazioni di consumi moderati di vino per avere maggior benessere».
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