Fortunato Valduga: dalle ore 13.00 del 15 settembre 2023, dopo settimane di tira e molla, il sindaco di Roveretoha rassegnato le sue dimissioni al segretario comunale per correre ufficialmente per le elezioni Trentino 2023alla guida di una coalizione di centro sinistra. Di fatto, Francesco Valduga è una persona fortunata: dopo avere sconfitto la sorte centrando la rielezione a sindaco dopo che i suoi predecessori erano sempre stati bocciati dal giudizio popolare nel tentativo di fare il bis, candidandosi a presidente della provincia di Trento, Valduga sarà eletto a prescindere consigliere provinciale, segnando così un notevole aumento dell’indennità di amministratore pubblico (passerà da poco più di 8.000 euro lordi al mese percepiti da sindaco ai circa 11.500 euro lordi al mese da consigliere provinciale) con una sostanziale differenza in termini di responsabilità civili e penali. Insomma, un sicuro cambio in meglio per il fortunato Valduga.
L’ormai ex sindaco lascia un’eredità molto difficile al sindaco reggente, il vicesindaco Pd Giulia Robol, che porterà la città di Rovereto alle elezioni nella primavera 2024, probabilmente in contemporanea con le elezioni europee di giugno, perché il bilancio dei quasi otto anni di governo della città da parte di Valduga sono all’insegna del fallimento o quasi, scontentando la quasi totalità degli imprenditori e dei residenti di Rovereto.
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Si va dalla desertificazione del centro storico a vantaggio delle zone dei centri commerciali, alla pedonalizzazione di aree semicentrali che hanno dirottato i flussi di traffico fuori della fascia centrale della città, alle politiche di rilancio e di sicurezza urbana rimaste solo sulla carta.
Il Fortunato Valduga corre con il centro sinistra senza grandi possibilità di vittoria, quasi una candidatura di bandiera, tanto che pure tra le fila del Pd, suo principale sponsor, sono sempre di più a fare ammenda sulla sua scelta, una candidato presidente del Trentino decisamente anatra zoppa, tanto più con una pesante spada di Damoclependente sulla sua testa per via della condanna in primo grado alla Corte dei Conti per il danno erariale nella nomina ritenuta illegittima del “city manager”, con l’appello pendente a Roma e con il sovrapprezzo di un nuovo rinvio a giudizio sempre da parte della Corte dei Conti per non avere sanato la posizione e la segnalazione al Tribunale di Rovereto per un possibile profilo penale di dolo nel comportamento dell’ormai ex primo cittadino di Rovereto, ovviamente innocente fino a fine giudizio, ma sicuramente non così candido e intonso come dovrebbe essere un aspirante candidato presidente dell’Autonomia speciale.
E tra i candidati presidente espressi dalle tre principali coalizioni, la sfida per la vittoria relativa pare essere circoscritta tra il presidente uscente, il leghista Maurizio Fugatti, e lo sfidante Sergio Divina, alla guida di una coalizione di liste civiche nate per rimediare allo sfascio lasciato dal governo Fugatti e per rilanciarel’Autonomia e l’economia del Trentino, anche se recuperare il fosso scavato da almeno 5 anni di pessimo governo leghista nei conti dell’Autonomia speciale trentina nei confronti dell’Alto Adige – ammontante a 3 miliardi di euro – sarà un percorso lungo, difficile e sfidante.
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