Nel secondo trimestre del 2023 gli atti notarili di compravendita registrano un crollo del mercato immobiliare trentino, con un calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il dato emerge dall’analisi trimestralesull’andamento del mercato immobiliare presentato dai mediatori immobiliari di Fimaa Confcommercio del Trentino, dal Consiglio notarile di Trento e Rovereto e dall’Ufficio provinciale dell’Agenzia delle entrate.
«Una parte significativa di questo dato è dovuta all’aumento dei tassi di interesse che comportano aumenti che si fanno sentire sui bilanci delle famiglie. Ieri la Camera di commercio ha diffuso i dati della flessione del mercato reale attorno al 4%: una flessione importante se la riflettiamo poi sul mercato immobiliare, che, è bene ricordarlo, è il primo a dare segnali di eventuali crisi economiche – ha spiegato il presidente di Fimaa, SeverinoRigotti -. L’unico dato positivo, se così possiamo dire, è che fino ad ora i prezzi degli immobili in Trentino stanno tenendo, mentre altrove sentiamo di cali anche del 10/15%».
A quanto precisato dal direttore dell’Ufficio provinciale dell’Agenzia delle entrate di Trento, Paolo Borzaga, la flessione conferma le previsioni del primo trimestre sul mercato immobiliare trentino. «I dati anche nel secondo trimestre vanno nella medesima direzione, anzi registriamo un ulteriore leggero calo: siamo passati dalle 2.593 compravendite di immobili residenziali ad uso abitativo del 2022 ai 2.224 del 2023: questo è il dato dell’intero semestre 2023 – sottolinea Borzaga -. Per quanto riguarda invece il secondo trimestre di quest’anno siamo passati dalle 1.433 compravendite del secondo semestre 2022 alle 1.194 del secondo semestre 2023, quindi con un calo del 16,68%. Va detto che questo calo, forse non di queste proporzioni, era comunque prevedibile poiché il 2022 ha registrato una sorta di “ubriacatura” post-covid. Il dato comunque ci fa supporre, accanto anche ad altre valutazioni esterne al mercato immobiliare, che l’economia italiana e trentina stia subendo un rallentamento evidente».
Rallentamento che è legato a doppio filo alle errate politiche di supporto all’economia, trentina che nel corso della legislatura guidata dal leghista Maurizio Fugatti, ha allargato il vallo che separa il Trentino dall’Alto Adige, con ben tre miliardi di euro in meno di disponibilità sul bilancio provinciale che limitano grandemente le possibilità di manovra dell’Autonomia speciale per agevolare la popolazione ad acquistare e mantenere la “prima casa”. Questione che sarà una delle prime problematiche cui il nuovo governo provinciale dovrà confrontarsi dopo le elezioni del 22 ottobre prossimo.
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