Finanziaria 2024: Giorgetti boccia l’eredità a debito dei governi Conte 1 e 2

Superbonus e reddito di cittadinanza vincolano oltre le aspettative la possibilità di fare una manovra espansiva. I soli crediti edilizi persano per 100 miliardi.

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finanziaria 2024

La legge finanziaria 2024 è stata protagonista dell’ultima giornata del Forum Ambrosetti di Cernobbio con la presenza di numerosi politici, tra cui il ministro alle Finanze, il leghista Giancarlo Giorgetti che, ancora una volta, si è dimostrato la testa pensante con i piedi calati a terra del governo Meloni.

Giorgetti ha affrontato la platea del forum economico e finanziario sui grandi temi di politica economica. La Finanziaria 2024 incombe e alla platea di imprenditori ed economisti il titolare del Mef assicura che il governo farà una legge di bilancio «prudente, che tenga conto delle regole fondamentali della finanza pubblica».

Quando parla di Superbonus, preceduto nel panel dell’Ambrosetti dal leader 5 Stelle Giuseppe Conte che ne ha fatto una difesa appassionata delle sue “creature” che hanno scassato la finanza pubblica, Giorgetti ci va giù pesante: «a pensarci mi viene mal di pancia, ha effetti negativi sui conti pubblici, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi».

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Per quanto riguarda il Superbonus, ha precisato Giorgetti, «dei 100 miliardi di cui si parla, ricordo che questo governo ne ha pagati 20, ma altri 80 rimangono ancora da pagare. La cena l’hanno già mangiata tutti e noi siamo chiamati a pagare il conto. Cosa che ricadrà sul Patto di stabilità del 2024, 2025 e 2026». Giorgetti ne ha parlato come un fiume in piena: «l’esecrato intervento dello Stato è tornato di moda», lo Stato ha fatto «la partedel Re sole che distribuisce prebende». Ma così «non si va da nessuna parte».

La Nadef non potrà che rispecchiarne tutto il peso sul deficit, così come la manovra per il 2024. Almeno per il 2023 l’1% di crescita potrà, secondo Giorgetti, essere confermato, anche se molto dipende dall’andamento della Germania che dovrebbe chiudere il 2023 in recessione, con tutte le conseguenze del caso sull’economia della componentistica italiana legata a triplo filo alla grande industria tedesca.

La priorità sarà dunque data al taglio del cuneo, favorendo il più possibile il mondo del lavoro e le famiglie. Di spazi fiscali però al momento non ce ne sono molti: circa 4 miliardi in deficit, 1-2 miliardi dai risparmidell’assegno unico, 2 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti, 300 milioni dalla revisione della spesa dei ministeri, dove si potrebbe fare decisamente di più.

Il discorso di Giorgetti al Forum sulla Finanziaria 2024 ha toccato un altro punto di attualità: la revisione del Patto di Stabilità Ue, con nuove regole per i Paesi membri: «l’Italia condivide una politica di riduzione del debito pubblico. Quello che dicono gli amici tedeschi lo condivido, ma non posso ignorare che la stessa Commissione europea ci chiede una politica di un certo tipo sulla transizione energetica e quindi riteniamo ragionevole chiedere che siano considerate in modo diverso le spese per stipendi pubblici e pensioni rispetto a spese di questo tipo. Inoltre – ha aggiunto Giorgetti – se a livello internazionale siamo tutti d’accordo sul sostegno all’Ucraina, l’aiuto umanitariodeve essere sottratto dal patto di stabilità e crescita».

Sul fronte della tassa sugli extraprofitti, il titolare di Via XX Settembre ha aperto a possibili modifiche nel passaggio parlamentare, come già auspicato da Forza Italia. La norma resta, ha rivendicato Giorgetti, ma potrà essere migliorata: «quello che non accetto è che si dica che è una tassa ingiusta, è una tassa giusta» ha scandito il ministro, pur ammettendo e assumendosi la responsabilità di un iniziale errore di comunicazione, affermando che «posso assicurare che alla fine, nella sua versione definitiva, tutti quanti la potranno apprezzare». Del resto, come lo Stato dà (e con le garanzie pubbliche ha già dato tanto), lo Stato chiede, ha spiegato. Con il Superbonusquesto equilibrio è mancato.

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