Una seconda specie aliena di granchio blu è stata individuata nell’Adriatico grazie alla cattura di un singolo esemplare in provincia di Ancona: dopo il Callinectes sapidus, originario delle coste atlantiche americane che ha recentemente invaso l’Adriatico, con enormi impatti ecologici ed economici soprattutto per la produzione di cozze, vongole e ostriche, in Emilia Romagna e Veneto, è arrivato anche il Portunus segnis, originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano occidentale.
La presenza di questa specie di granchio blu, descritta sulla rivista BioInvasion Records, è stata dimostrata da un gruppo dell’Istituto per le Risorse Biologiche e le Biotecnologie Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerchedi Ancona.
Per il momento, il Nord Adriatico non sembra essere ancora un ecosistema ospitale per questa nuova specie. Contro il granchio blu, poche le armi per arginarne la proliferazione: «con il tempo, la pesca riuscirà a ridurre la popolazione, ma portarla a zero sarà impossibile – dice Fabio Grati dell’Irbim–Cnr -. Ci vorrà del tempo, ma alla fine diventerà una risorsa per il settore della pesca come è avvenuto in Tunisia, che ha affrontato lo stesso problema».
Lo dimostra anche il caso della Spagna, dove si è verificata un’emergenza molto simile: la pesca pianificata della specie ne ha permesso il contenimento ed il raggiungimento di un nuovo equilibrio tra nascite e catture.
La priorità, ha sottolineato il sottosegretario all’Agricoltura, Patrizio La Pietra, «è trasformare l’emergenza in risorsa economica» valutandone anche l’utilizzo in ambito farmaceutico o mangimistico del granchio blu inadatto al consumo umano.
Nel frattempo, l’invasione ha spinto l’Emilia Romagna a chiedere la dichiarazione dello stato di emergenza. Secondo la Coldiretti si parla di milioni di euro di danni e di una seria minaccia alla sopravvivenza della pesca italiana. Ma la situazione sta cambiando, con un forte aumento di richiesta di granchio blu a scopo alimentare da parte dei consumatori, grazie alla sua disponibilità presso le maggiori catene distributive.
L’importante, secondo Gianmichele Passarini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Veneto, è «non trattare la criticità attuale come uno “show cooking”». Ora si dovrà affrontare anche la seconda specie, anch’essa probabilmente arrivata con le navi, in particolare attraverso le acque di zavorra che vengono prelevate o rilasciate per mantenere la stabilità e il bilanciamento durante la navigazione.
Preziosa è stata la collaborazione con i pescatori locali, evidenzia Grati «che hanno catturato l’esemplare e avvertito prontamente il nostro Istituto». Considerate le caratteristiche ecologiche del granchio blu del Mar Rossoe la sua gamma di tolleranza termica «pensiamo che il Nord Adriatico non sia ancora un ecosistema ospitale per questa specie e questo dovrebbe al momento scongiurare il rischio di una doppia invasione in Adriatico», spiega Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca dell’Irbim–Cnr.
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