La cura Lagarde funziona: l’economia europea sta crollando

La Germania amplia il calo del Pil, trascinando in basso mezz’Europa, a partire dall’Italia. Più che bloccare il rialzo dei tassi, serve un rapido calo del costo del denaro.

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cura Lagarde crisi dell'artigianato

La cura Lagarde funziona, visto che l’economia europea sta crollando e tra gli operatori si accettano scommesse sul prossimo rialzo dei tassi, dato al 50% tra i vari operatori, perché la signora di Francoforte assieme ai falchi tedeschi parerebbero ancora non sazi dei disastri causati da un’insensata politica di continui rialzi del costo del denaro, passato a 0 a 4,75% nel giro di un anno.

Un tassello a favore di una pausa ai continui rialzi in settembre è venuto dagli indici Pmi della zona euro, che valutano la propensione agli acquisti delle aziende nei diversi settori produttivi. Il manifatturiero tiene, ma le prospettive nel comparto dei servizi, che fino a oggi aveva fatto barriera a una possibile recessione, sono in calo, andando molto sotto le stime. Nella prossima riunione di metà settembre, la Banca centrale europea, che già rifletteva, potrebbe decidere di non procedere nella cura Lagarde sospendendo il decimo rialzo consecutivo dei tassi per far rifiatare l’economia.

L’indice Pmi del settore servizi in Germania in agosto è sceso a 47,3 punti rispetto a 51,5 delle stime e al 52,3 segnato in luglio. Stesso andamento in Francia, con i dati complessivi dell’Eurozona a quota 48,3 rispetto ai 50,5 previsti. E non va meglio con l’indicatore di fiducia dei consumatori, in calo di 0,9 punti sia nell’Ue sia nell’area dell’euro, dove l’indice si porta rispettivamente a -17 e a -16 punti, ben al di sotto della sua media di lungo periodo. E le pressioni dei governi europei su Francoforte ovviamente proseguono. L’attesa ora è puntata sulla Fed americana, che presto aprirà il consueto incontro di Jackson Hole, guardando anche ai tassi sui mutui americani che schizzano ai massimi dal 2000: per i prestiti a 30 anni con tasso fisso sono arrivati a interessi del 7,31%.

In Europa «qualsiasi speranza che il settore dei servizi possa salvare l’economia della Germania è evaporato», afferma Cyrus de la Rubia, capo economista di Hcob, con una previsione di caduta del Pil tedesco «più profonda, almeno dell’1%».

Parallelamente ad una manovra distensiva sui tassi, è necessario che la Commissione europea cambi rapidamente scenario, specie ora che il talebano ambientalista Frans Timmermans si è dimesso dalla vicepresidenza e dalla gestione del piano ambientale che sta causando danni quasi irreparabili all’economia e società europea, cancellando gran parte delle previsioni volte a mettere fuori commercio i motori termici, l’utilizzo dell’energia fossile e i crediti di carbonio che stanno appesantendo la manifattura continentale.

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