Mercato finanziario islamico: il più grande del mondo è in Arabia Saudita

Sguardo su un mondo ancora poco noto agli investitori internazionali ma che offre interessanti spunti di riflessione.

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Mercato finanziario islamico

L’Arabia Saudita, paese leader nell’economia araba, rappresenta il più grande mercato finanziario islamico a livello globale, con un totale di attività che superano i 3.100 miliardi di riyal sauditi (corrispondenti a 826,7 miliardi di dollari) in tutti i settori. Lo ha dichiarato il governatore della Banca centrale dell’Arabia Saudita, Ayman bin Mohammed al Sayari, Il Paese, inoltre, è anche il maggiore emittente mondiale di sukuk sovrani (titoli di debito conformi alla Sharia, la legge islamica).

I sukuk sono degli strumenti finanziari interessanti che vengono normalmente chiamatibond islamici” anche se non è corretto. Formalmente sono dei certificati d’investimento conformi alle regole della Sharia, la legge islamica che proibisce ogni forma di prestito a interesse.

Questa forma d’investimento prevede che un soggetto fornisca denaro per la realizzazione di un progetto ben determinato, di cui diventa proprietario di quote con la sottoscrizione del sukuk. I sukuk rispettano il principiodel “profit and loss sharing” (condivisione dei profitti e delle perdite): gli investitori percepiscono un utile che dipende dall’andamento economico del bene sottostante, ma nessun tipo di interesse garantito. Inoltre, si accollano il rischio d’impresa, cosa che non avviene per gli investitori in obbligazioni poiché meri creditori. Di fatto, si crea un azionariato diffuso anche tra i piccoli investitori.

Secondo quanto riferito da Al Sayari, «il settore assicurativo di Riad sta registrando una delle crescite più rapidea livello globale, avvicinandosi al 27% di incremento nel 2022». Il solo settore bancario islamico rappresenta il 33% delle attività bancarie islamiche a livello internazionale. Secondo quanto riferito da Al Sayari, che ricopre anche la carica di presidente del Consiglio dei servizi finanziari islamici (Ifsb), il mercato finanziario islamico ha sperimentato a livello mondiale una rapida espansione, con una crescita media annuale del 9,6% negli ultimi tre anni, portando il valore delle attività a superare gli 11.200 miliardi.

Nonostante il rallentamento dell’economia globale, si prevede che il mercato finanziario islamico crescerà di circa il 10% nel 2023 e nel 2024, soprattutto guidata dai Paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg). Nel corso del 2022, il settore ha continuato a espandersi con un aumento delle attività del 9,4%, rispetto al 12,2% del 2021, beneficiando della crescita sia delle attività bancarie, sia del settore sukuk.

Nel 2022 l’Arabia Saudita e il Kuwait hanno guidato la crescita delle attività bancarie islamiche. L’ArabiaSaudita, principale esportatore di petrolio dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (Opec), ha mantenuto slancio economico grazie alla realizzazione della sua ambiziosa strategia di diversificazione, dal nome “Vision 2030”, e alla crescita dei prestiti ipotecari, che hanno sostenuto l’espansione del mercato finanziario islamico.

In altre regioni islamiche del mondo, la crescita è stata rallentata o limitata dalle fluttuazioni delle valute locali. Si prevede che l’emissione globale di sukuk si stabilizzerà nell’intervallo tra 170 miliardi e 175 miliardi di dollarinel 2023, dopo una flessione del 10% nel 2022 a 178 miliardi di dollari, come indicato dalla società di rating Moody’s Investors Service in un rapporto di ricerca pubblicato a marzo.

«Pur essendo Arabia Saudita e Malesia a continuare a guidare le emissioni globali di sukuk, il potenziale di crescita in altre giurisdizioni rimane elevato», ha riferito Moody’s. L’emissione di sukuk sovrani a lungo terminesi stabilizzerà nel 2023, dopo due anni di calo, attestandosi intorno agli 80 miliardi di dollari, per poi salire a 85 miliardi nel 2024. Secondo quanto riferito da Moody’s lo scorso marzo, la domanda di finanziamenti conformialla Sharia supererà quelli convenzionali nel 2023, spinta da robusti programmi di crescita economica e sviluppo nei mercati chiave.

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