Lupi, il Consiglio di Stato impallina Fugatti: sospeso l’abbattimento

Accolto il ricorso contro la decisione del Tar presentato da Lav, Lndc, Wwf. Fugatti piagnucola: «si è perso il senso della realtà». Ma forse è lui a non sapere le leggi.

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Equo compenso Elezioni in Trentino lupi
Il presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti.

Con una decisione d’urgenza sulla delibera di abbattimento di due lupi autorizzata da Ispra e dal Tar di Trento, su ricorso delle associazioni protezionistiche il Consiglio di Stato impallina la voglia venatoria del presidentedel Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, che sulla caccia ai carnivori in Trentino intende fare campagna politica in vista delle elezioni del 22 ottobre prossimo dove lui tenta una difficile, quasi impossibile rielezione.

Con un provvedimento nel quale viene ribadito l’ovvio, che i lupi sono animali protetti, il Consiglio di Stato ha riformato il decreto del presidente del Tar di Trento che dava il via libera all’uccisione di due lupi presi a casodal branco accusato delle predazioni presso malga Boldera, nella Lessinia trentina, disponendo la sospensione dell’abbattimento fino al prossimo 14 settembre data nella quale si terrà l’udienza collegiale presso il TAR di Trento.

«Siamo molto felici di questo risultato che ha riconosciuto il valore delle nostre argomentazioni – affermano LAV, LNDC e WWF – sottolineando ancora una volta come fosse un paradosso giuridico la decisione del Tar di Trentoche aveva stabilito di rimandare al 14 settembre l’udienza sulla regolarità dell’ordinanza di abbattimento dei lupi ritrovandosi così a decidere nella assurda situazione in cui gli animali avrebbero potuto essere già stati uccisi. Ringraziamo i nostri avvocati Letrari e Pezone senza i quali questo risultato non sarebbe stato raggiunto».

Di fatto, è stata la stessa provincia di Trento, con il deposito al Tar di Trento dei suoi documenti utilizzati per tentare di dimostrare la necessità di uccidere i due lupi, ad ammettere che in buona parte degli eventi di predazione subiti dalla malga Boldera, le recinzioni elettrificate erano inefficienti e in ogni caso mancava la presenza del pastore e dei cani da guardiania. Insomma, nel tentare di arrampicarsi sui vetri, Fugatti si è datonuovamente la zappa sugli attributi.

Per le associazioni protezionistiche «si conferma completamente fallimentare la politicaammazzatutti” che un Fugatti alla spasmodica ricerca di consenso elettorale, tenta da mesi di applicare a orsi e lupi e questa ulteriore sconfitta dimostra ancora una volta che l’unica via percorribile è quella della convivenza, l’unica in grado di garantire sicurezza ai cittadini, agli orsi, ai lupi e alle attività umane che si svolgono sui loro territori».

All’impallinatura della sua voglia di doppiette, Fugatti piagnucola: «c’è delusione, ovvio, ma c’è soprattutto incredulità. A forza di cercare cavilli su cavilli non ci si accorge che il mondo reale è un’altra cosa e che i cittadini, giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza, stanno perdendo fiducia nelle istituzioni. È difficile provare a comprendere le ragioni di quest’ultimo come di altri pronunciamenti della magistratura. L’aspetto tecnico giuridico poco importa alla nostra comunità seriamente preoccupata per la crescita esponenziale dei grandi carnivori in un territorio piccolo come il nostro. Credo che si sia perso il senso della misura e l’ordine di priorità, anteponendo ideologia e animalismo spinto al valore della vita umana e delle fatiche di uomini e donne che da secoli cercano di preservare la montagna cercando di viverci».

Probabilmente, Fugatti paga ora i suoi 5 anni di governo dell’Autonomia che ha sostanzialmente trascurato la corretta gestione dei carnivori in Trentino, raccogliendo i frutti di una politica inesistente e approssimativa in tanti, troppi settori.

E oltre ai lupi c’è anche la tutela degli orsi, sempre nel mirino del presidente uscente del Trentino. Su quest’aspetto interviene l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali. Secondo cui «il decreto ammazza-lupi, la richiesta di abbattere l’orsa F36, colpevole solo di aver difeso il proprio cucciolo con un “falso attacco”, e la proposta di una legislazione “di emergenzacontro i grandi carnivori confermano che ilpresidente del Trentino, Maurizio Fugatti, è definitivamente prigioniero della sua ossessione e delle sue ambizioni elettorali, che alimentano, appunto, l’ossessione per lupi ed orsi. La soluzione è la convivenza, per la quale occorre impostare una politica, ascoltare tutte le parti in causa, prevedere e realizzare investimenti, accettare qualche sacrificio. Esattamente il contrario di quel che fa Fugatti, decisissimo a trascinare il Trentino tutto nel gorgo della propria ossessione, pur di garantirsi un secondo mandato».

Forse Fugatti dovrebbe volgere la sua attenzione alla regione Abruzzo, dove le cose stanno decisamente in modo diverso. La Procura della Repubblica di Sulmona contesta ad un sessantunenne il reato di maltrattamentodi animali e l’inosservanza dell’ordinanza del sindaco per avere inseguito e filmato l’orsa Bambina a Roccarasolo scorso 27 giugno.

Sarcastica l’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali: «chissà se in quest’ultima situazione il presidente Fugatti avrebbe imputato all’orsa di essersi avvicinata troppo all’uomo per poi emanare un ordine di cattura».

Sarà difficile ricondurre Fugatti alla ragione e al rispetto delle norme che probabilmente finge – cosa grave per un amministratore pubblico di una certa esperienza e cultura – di non conoscere: non rimane che attenderel’esito elettorale tra poco più di due mesi, aspettando il successore di Fugatti.

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