La Repubblica italiana campa sulle tasse da lavoro dipendente e autonomo e da consumi

Unimpresa: il 75% del gettito tributario arriva da Irpef (205,8 miliardi) e Iva (171,6 miliardi). Il gettito di tutti gli altri balzelli gravanti sugli italici.

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Manovra di bilancio Repubblica italiana conti pubblici stato spa legge finanziaria 2021

Oltre il 75% del gettito fiscale incassato dalla Repubblica italiana arriva da Irpef e Iva: se la tassa sui redditi da lavoro dipendente e autonomo vale, con i suoi 205,8 miliardi di euro, il 41,2% degli incassi dello Stato, il balzello sui consumi si attesta, con 171,6 miliardi, al 34,3%.

La realtà emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui «lo Stato italiano, insomma, “campa” tassando lavoro e consumi, che fruttano 377,4 miliardi su quasi 500 miliardi complessivi di gettito, mentre tuttigli altri tributi e imposte – compresi i prelievi sui big della finanza e sulle rendite finanziarie – valgono 122,4 miliardi, pari al 24,5% del totale».

In base al rapporto, i fumatori della Repubblica italiana pagano 11 miliardi (2,2%) per il loro vizio, mentre la tassa sulla speranza (giochi e lotto) si attesta a 5,6 miliardi (1,1%); dalle imprese, comprese le grandi aziende, le banche e i gruppi industriali, nelle casse pubbliche arrivano solo 45,6 miliardi (9,1%) e i proventi finanziari, invece, assicurano l’1,8% del gettito (8,9 miliardi).

«Con il via libera definitivo del Parlamento alla delega fiscale, il governo non ha più alibi. Nei prossimi mesi dovranno essere mantenute le promesse fatte in campagna elettorale, a cominciare dalla riduzione del carico di tasse su famiglie e imprese – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara -. I principi e le linee guida inserite nella legge delega vanno nella giusta direzione. Adesso spetta all’esecutivo, è in particolare al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, non deludere il mondo produttivo italiano, le micro e piccole imprese, i contribuenti. Il governo ha una maggioranza storicamente importante e la prospettiva di poter lavorare per una intera legislatura: è una occasione irripetibile, da non sciupare»

Se anche il governo Meloni dovesse venire logorato dalle logiche della melina e dei veti incrociati, che qua e là iniziano già ad emergere, il variegato mondo dell’impresa e delle Partite Iva perderebbe la fiducia concessa il 25 settembre 2022.

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