La Camera dei Deputati ha resistito all’assalto della Casta, evitando di ritoccare il trattamento dei vitalizi degli ex deputati così come invece ha già fatto il Senato, ma la battaglia è probabilmente solo rimandata, perché i due organismi costituzionali rappresentativi del popolo probabilmente andranno verso un’equiparazione dei trattamenti degli eletti.
Comunque, durante la discussione alla Camera dei Deputati è emersa ancora una volta la filiforme figura del torinese Pietro Fassino, democratico di lungo corso paracadutato in un collegio elettorale sicuro in Veneto, che si è esercitato in una lunga e accorata difesa della categoria parlamentare, sventolando sotto il naso dei suoi colleghi il cedolino della sua busta paga da deputato, evidenziando come una paga di 4.718 euro netti al mese sia sicuramente una buona paga – specie rispetto a quella media degli italiani – ma non uno stipendio d’oro, sorvolando sulle altre voci di indennità esentasse e rimborsi vari che alla fine irrobustiscono non poco, più che raddoppiandolo, il trattamento di base.
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Infatti, oltre ai 4.718 euro netti al mese, il Piero Nazionale ha evitato di ricordare che un deputato della Repubblica percepisce anche 1.107 euro al mese per rimborso spese di viaggio, 3.690 euro al mese per rimborso spese per esercizio di mandato, 3.503 euro al mese per diaria di soggiorno a Roma (ridicolmente riconosciuta anche ai parlamentari residenti nella capitale e nella regione Lazio, ingenerando una sperequazione rispetto ai deputati che arrivano da lontano che supportano costi maggiori) e altri 100 euro al mese per rimborso spese telefoniche. Infine, al primo giro di giostra, appena eletti alla Camera dei Deputati, i neo deputati – compresi quelli rieletti – ricevono un ulteriore assegno di 5.500 euro per l’acquisto della dotazione tecnologia, da utilizzare a piacere per l’acquisto di tablet, pc e cellulari top di gamma.
Insomma, checché ne dica Fassino, la vita del deputato è tutt’altro che grama, anche se il compagno Fassino, per la serie che il tacon è peggio del buso che vorrebbe coprire, tenta di giustificarsi che lui – e probabilmente i suoi colleghi di partito – versa ogni mese alla parrocchia di appartenenza di osservanza Dem 2.500 euro al mese divisi tra la delegazione nazionale e regionale del partito. E con quanto gli avanza deve campare. Poreto!
Comunque, il problema non sarebbe il pagamento in sé dei parlamentari, sempre ammesso che questi fossero realmente dei capaci e preparati, selezionati sul merito piuttosto che sulla capacità di flessione a 270° o in altre meno nobili e riferibili capacità – sempre in voga -: un politico bravo, preparato, competente e impegnato ha diritto ad essere ben pagato, anche per garantirne l’indipendenza di giudizio e di mandato. Peccato che sempre più spessola classe politica italiana sia tutt’altro che l’ideale, con tanti, troppi Soumahoro, Bonelli, Fratoianni, Schlein, Salvini, Santanché, Pichetto Fratin & C. che sono palesemente inadeguati alle necessità della Nazione. Con tanti, una volta eletti, che bigiano gli impegni con il mandato, con il vertice di famiglie intere presenti in politica, come Fratoianni che alle scorse elezioni ha portato in Parlamento pure la di lui consorte: per la serie quando si tiene famiglia…
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 agli assalti della Casta. Fassino difende i privilegi dei parlamentari.){kind=link}