Rfi, la società del gruppo Ferrovie dello Stato incaricata di realizzare la variante ferroviaria di Trento ad alta capacità dell’attraversamento della città in galleria finisce all’angolo con il sequestro del cantiere dello sbocco Nord dell’infrastruttura che dovrebbe passare attraverso un’area Sin pesantemente inquinata da piombo tetraetile, dando finalmente contezza alle denunce fatte dai vari comitati di cittadini e ai dubbi espressi dalla circoscrizione Centro storico e Piedicastello il cui territorio viene stuprato con demolizioni e sfratti della popolazione e attività commerciali attive in zona per consentire il passaggio dei due nuovi binari della linea ad alta capacità.
Se in un primo momento, per accelerare i lavori connessi con i finanziamenti Pnrr che scadono entro il 2026, Rfi aveva deciso di soprassedere all’effettuazione delle indagini ambientali per valutare l’effettivo inquinamento dei terreni attraverso cui l’opera sarebbe dovuto passare in profondità, ora sarà costretta a farlo dopo l’intervento della Procura, che ipotizza il reato di disastro ambientale e inquinamento.
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I carabinieri del Noe di Trento e gli ispettori dell’Appa (l’Agenzia provinciale protezione dell’ambiente) hanno posto i sigilli, su ordine del procuratore Sandro Raimondi e del Pm Davide Ognibene, a circa 300 metri di sedime nella parte del cantiere dove sono in corso i lavori per rimuovere e spostare il tracciato della ferrovia della Trento-Malé.
L’attivazione del sequestro è seguente alla scoperta a circa 14 metri di profondità di oli pesanti e morchie di catrame. Oltre a ritardare il cronoprogramma del cantiere, ora c’è il più che fondato rischio che prima di fare passare i binari della nuova linea ferroviaria sia necessario procedere alla bonifica delle aree interessate, aprendo una sorta di vaso di Pandora, perché la bonifica di un’area pesantemente contaminata da piombo tetraetile che evapora a temperatura ambiente, inquinando e contagiando chi ne viene esposto, è tutt’altro che una passeggiata.
In questa puntata dell’inchiesta sul bypass ferroviario di Trento di Focus Trentino l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore della Web Tv e de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano il presidente della circoscrizione Centro storico e Piedicastello di Trento, ing. Claudio Geat (Pd), con il quale si traccia anche le possibili conseguenze dell’inchiesta aperta dalla magistratura e i possibili rimedi con una modifica del progetto della variante ferroviaria di Trento, con il prolungamento verso nord della galleria per oltrepassare l’area inquinata, valutando anche le possibili conseguenze politiche del comportamento della giunta comunale di Trento guidata dall’ex segretario Cgil, Franco Ianeselli, da molti ritenuto troppo acquiescente ai desiderata di Rfi rispetto a quelli dei cittadini ed imprese della zona.
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