In Trentino s’accende la campagna elettorale, ma nella Lega Salvini c’è grande confusione

Il presidente del Centro Santa Chiara, Sergio Divina, si dimette dopo la sospensione dal partito per 6 mesi per lesa maestà.

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campagna elettorale Sergio Divina

In Trentino s’accende la campagna elettorale per le regionali del 22 ottobre prossimo e, a tre mesi dal voto, inizia a dare segnali d’incendio, vuoi per la base dei partiti del centro destra in rivolta contro i loro vertici, vuoi perché scattano le sanzioni per lesa maestà tra le fila della Lega Salvini, partito in estrema fibrillazione nel tentativo di difendere un presidente di provincia indifendibile che tenta il tutto per tutto per un secondo mandato.

Detto in un precedente articolo del giornale del subbuglio tra le fila di Fratelli d’Italia, in casa Lega Salvini la decisione di sospendere per sei mesi il fondatore della Lega Trentino, l’ex senatore Sergio Divina, ha dato la stura ad una fortissima critica all’operato dei vertici del partito, per altro commissariato da anni da un fedelissimo di Matteo Salvini, tale l’ex deputato Diego Binelli, che ha avuto la bella pensata di infliggere la sanzione di sei mesi di sospensione solo perché Divina ha richiamato gli attuali vertici del partito alla necessità di tenere unito in campagna elettorale il Centrodestra trentino per assicurare la vittoria alle prossime regionali.

La reazione di Divina alla notifica della sanzione non si è fatta attendere, con la rassegnazione delle sue dimissioni dalla presidenza del Centro culturale Santa Chiara, che gestisce quasi tutta l’attività di eventi culturali organizzati in Trentino.

Nella sua lettera di dimissioni, resa pubblica ai giornali, Divina inizia affermando come «in questi giorni mi è stato notificato un monito da parte della Lega di richiesta di sospensione dal partito per sei mesi. Di quale peccato mi si accusa? Aver detto cose che hanno nuociuto al partito! Mi pareva di aver usato modi civilissimi ed educati per esprimere un pensiero che si estrinseca più o meno così: è un buon momento per il centrodestra; se stiamo uniti c’è una buona possibilità di successo; per unire servono atteggiamenti concilianti, non arroganti e supponenti che potrebbero urtare la suscettibilità di partner indispensabili per la vittoria».

«Nessun accenno a persone o offese a chicchessia ma un consiglio, tra l’altro di buon senso, ai miei eredi politici trentini – continua Divina -. Questa loro pesante reazione, oltre che avermi profondamente toccato, mi ha fatto riflettere sui rapporti tra me ed il partito che 30 anni fa con pochi coraggiosi amici, abbiamo fondato. Se in una famiglia non si ascoltano e non vi è rispetto per i padri, significa che lì qualcosa funziona male! E bisogna saperne trarre delle conclusioni. Rammarico a parte, se per i miei “ex” amici sono diventato un problema, mi pare corretto lasciare ogni incarico che deriva da designazioni del mio partito e specificamente la Presidenza del Centro S. Chiara che per quattro anni ho diretto (tra l’altro senza alcuna indennità) che so di lasciare in buona salute, con bilanci in ordine e con una programmazione che già copre le stagioni autunno-inverno dell’anno solare in corso».

Oltre ai ringraziamenti per il personale del Centro e all’assessore alla cultura che lo ha nominato, Mirko Bisesti, Divina chiude scrivendo «è stata un’esperienza che non dimenticherò e che vorrei lasciare bella e pulita nella mia memoria».

Di fatto, Divina con le sue dimissionispintaneeentra con entrambi i piedi nella campagna elettorale dove fino ad ora era stato un protagonista a latere, sempre citato come potenziale candidato presidente, decisamente una figura tra i migliori di quelli che il Centrodestra può mettere in campo, così come ha evidenziato solo pochi giorni fa il sondaggio condotto da Winpoll – ViViItalia Tv, staccando di parecchie lunghezze il presidente uscente.

Da più parti si scommette sulla discesa in lizza di Divina alla guida di uno schieramento di Centrodestra alternativo a quello guidato da Fugatti, anche sull’onda dei continui appelli a guidare una coalizione potenzialmente vincente, ma condannata ad una sconfitta quasi certa se Fugatti dovesse rimanere in corsa.

E nel caso che le segreterie nazionali di partito insistessero nel sostenere la corsa di un cavallo zoppo oltreché bolso come Fugatti, per evitare il facile successo dell’avversario del Centrosinistra, Divina potrebbe guidare anche un polo alternativo composto da gran parte degli attuali esponenti di Lega, Fdi, Forza Italia e partiti autonomisti che non si riconoscono nella riconferma, giudicata dai più immeritata, di Fugatti.

Il cerino ora è in mano segreterie nazionali che dovrebbero capire la particolare situazione locale, dove cambiare il candidato del Centrodestra – per altro così come è già avvenuto vittoriosamente in Sicilia e in Molisenon condanna affatto alla sconfitta, ma probabilmente assicura una vittoria certa.

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