Base di FdI trentina nello scompiglio per la possibile ricandidatura Fugatti

Un segretario di sezione anonimo: «Va bene sostenere un proprio candidato, anche se debole. Ma non uno che ci ha trattato male tutta la legislatura».

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orsi Base di FdI
Il presidente uscente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, alla ricerca del secondo mandato.

La possibile conferma della ricandidatura dell’uscente Maurizio Fugatti alla guida dell’alleanza tra Lega Salvini e Fratelli d’Italia sta gettando scompiglio nella base di FdI e della Lega, ma soprattutto in quella di Fratelli d’Italia, una forza politica che in Trentino è cresciuta esponenzialmente nei voti grazie al traino della leader nazionale, Giorgia Meloni, capace di sorpassare e surclassare di parecchie lunghezze tutte le altre forze politiche, a partire da quelle dell’alleanza di Centrodestra.

In Trentino Fratelli d’Italia è cresciuta solo grazie ad acquisizione di consiglieri provinciali e comunali che hanno abbandonato la Lega Salvini, con ciò scatenando la reazione piccata del leader locale, proprio quel Maurizio Fugatti, presidente della provincia, che ora vuole fortissimamente correre per un secondo mandato. Un mandato che rischia di poggiare sulle sabbie mobili, vuoi del consenso alla Lega, in Trentino più che dimezzatodal 2018 ad oggi, ma soprattutto per la diaspora che si preannuncerebbe di iscritti e amministratori locali, sia tra le fila della Lega che, soprattutto, di quelle di Fratelli d’Italia.

«Potevamo accettare di sostenere un candidato anche debole ma espressione di Fratelli d’Italia come Francesca Gerosa – dice un segretario di sezione con lustri di militanza attiva tra le fila di An, prima, e di Fratelli d’Italia, poi dietro l’impegno tassativo all’anonimato -. Ma passare dalla Gerosa a Fugatti ce ne corre, non fosse altro per il modo in cui lui ha trattato FdI durante tutta la legislatura che sta per finire, tenendoci ai margini di tutte le decisioni, nonostante fossimo parte della maggioranza di Centrodestra che lo sorregge, tanto più che oggi i tre voti dei consiglieri di FdI ex Lega sono indispensabili per assicurargli la maggioranza».

Un malessere, quello tra le fila della base di FdI, che non è improvvisato: «il partito durante la legislatura praticamente non ha toccato palla. Per lealtà di maggioranza ci è toccato approvare anche proposte mai preventivamente condivise, ma che cozzavano pure con la nostra sensibilità – continua l’Anonimo Segretario di sezione -. Se posso essere franco, personalmente dò un giudizio estremamente negativo dell’esperienza di governo di Fugatti e in Fratelli d’Italia questo è un sentimento largamente diffuso, specie tra quei nuovi iscrittiprovenienti dalle fila della Lega, i quali ora si trovano in una situazione decisamente delicata, perché hanno mollato Fugatti per cercare il cambiamento con FdI e ora si ritrovano sulla testa decisioni prese dall’alto che vanno a sostenerlo per un secondo mandato, che molti di noi considerano immeritato».

Proprio quest’ultimo aspetto rischia di essere una bomba a tempo innescata pronta ad esplodere nella base di FdI, come testimonia l’Anonimo Segretario di una sezione di FdI: «da qualche giorno nelle sezioni sta circolando una lettera-appello ai vertici trentini e nazionali del partito volto a scongiurare l’appoggio di FdI alla ricandidaturadi Fugatti alla guida del Centrodestra trentino. Si tratta di una situazione mi auguro venga presa in seriaconsiderazione dai vertici locali e nazionali, perché dà una situazione del genere rischiamo molto. Se l’appoggiodi Fdi a Fugatti fosse effettivamente confermato, molti tesserati storici del partito sarebbero tentatidall’astensionismo o cercare qualche altro voto utile».

Le cose potrebbero prendere un’altra piega se effettivamente scendesse in campo una candidatura ispirata ai principi e ai valori autentici del Centrodestra in contrapposizione a Fugatti: «se ne parla da qualche settimana e se la proposta che vedrebbe Sergio Divina guidare un terzo polo credo potrebbe essere un catalizzatore sia tra i tesserati più recenti di FdI provenienti dalla Lega che anche dalle nostre fila. In questo caso, il partito potrebberischiare un’emorragia di consensi prima ancora di averli conquistati nelle urne per la prima volta».

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