Rischio recessione Europa sempre più concreto

La condizione tedesca potrebbe contagiare tutta l’Unione. Per la Bce «le prospettive su Pil e inflazione sono molto incerte».

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Lo scenario economico europeo si fa sempre più difficile e il rischio recessione – già realtà nella locomotiva continentale tedesca – si fa sempre più concreto, con le prospettive di crescita che virano verso una forte incertezza, un modo elegante per edulcorare il risultato di politiche economiche fallimentari da parte dei solonistrapagati della Banca centrale europea.

E’ proprio la nuova edizione del bollettino economico della Banca centrale europea ad aprire lo scenario della virata verso il territorio negativo: «le prospettive per la crescita e l’inflazione restano altamente incerte».

L’inasprimento della politica monetaria continua a riflettersi nei tassi di interesse e nelle condizioni di finanziamento, e per banche e famiglie il costo del credito aumenta: ad aprile, secondo il bollettino Bce, i tassisui prestiti hanno raggiunto il livello più elevato da oltre dieci anni, toccando il 4,4% per i prestiti alle imprese e il 3,4% per i mutui ipotecari.

A quasi un anno dall’avvio del ciclo di rialzi dei tassi più rapido della storia, l’Eurozona fa i conti con unaricetta che per ora sta funzionando solo per qualcuno: l’inflazione in Spagna stupisce a giugno tornando sotto il 2%, mentre in Germania allarma la continua risalita che tocca il 6,4%. E’ lo specchio di un’area monetaria frammentata, che necessiterebbe di ben altre politiche unitarie, alla quale la Banca centrale europea continuerà a somministrare l’unica cura che le è consentita: alzare il costo del denaro, raffreddando l’economia finché i prezzi non si raffredderanno a loro volta. Ma agevolando il rischio recessione.

La Spagna è il primo Paese della Eurozona a rivedere un tasso d’inflazione all’1,9%, il più basso da aprile 2021, quando i prezzi iniziarono a correre sulla scia della crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina. Ed è proprio grazie alla riduzione dei prezzi energetici che il dato è migliorato di 1,3 punti rispetto a maggio. In un anno si è ridotta di ben 9 punti, e il ministro dell’Economia uscente, Nadia Calvino, rafforza il suo scetticismosui prossimi rialzi dei tassi annunciati dalla Bce.

Insieme al Portogallo e all’Italia, Paesi con l’inflazione in calo come pure il Belgio, la Spagna è pronta a dare battaglia nella riunione di settembre a Francoforte, allargando il fronte delle colombe che vorrebbero una pausadopo il rialzo già annunciato di luglio. Non sarà uno scontro facile da vincere perché, se i prezzi calano per alcuni, per altri, come la Germania, continuano a crescere. In particolare corre il dato dell’inflazione al netto dei generi alimentari e dell’energia, ovvero l’inflazione di fondo, che sale al 5,8% dal 5,4% di maggio, mentre nel resto della zona euro si tiene attorno al 5%.

Una situazione che fa dire alla Bce, nel bollettino economico, che «le prospettive per la crescita e l’inflazione restano altamente incerte», quindi non bisogna cantare facili vittorie. Francoforte è consapevole di percorrere una linea molto sottile, perché l’inasprimento della politica monetaria ha aumentato il costo del credito con una stretta per l’economia, che ha portato ad una «stagnazione negli ultimi mesi» ed «è probabile che la crescita economica resti debole nel breve periodo». Senza allontanare il rischio recessione che rimane sempre ben presente sullo sfondo.

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