Pensioni, nuovo buco di bilancio per il governo Meloni

La riforma per superare la Fornero costa 10 miliardi ma in cassa ce ne sono solo 2. C’è poi l’effetto della sentenza della Corte costituzionale sul Tfs che vale altri 14 miliardi.

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Attorno alla voce pensioni, sia nella veste della riforma della riforma Fornero, sia in quella degli effetti della nuova sentenza della Corte costituzionale sul Tfs, la liquidazione dei dipendenti del pubblico impiego andati in pensione, ballano i miliardi, soprattutto nel senso di nuovo buco di bilancio.

Per il governo Meloni si tratta dell’ennesima sfida nel fare quadrare una situazione finanziaria difficile, dovendosibarcamenare tra le promesse elettorali (soprattutto da parte della Lega Salvini) di cancellare definitivamente lo scalone Fornero con l’età di pensionamento per tutti a 67 anni, cosa che comporta un costo di circa 10 miliardi a fronte della disponibilità di soli due miliardi. Si tratta di uno scenario che non giunge inatteso, ma che è di difficile quadratura, tra le richieste di parte della politica di andare in pensione a 62-63 anni e di innalzare in modo generalizzato le pensioni, specie quelle minime.

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A complicare l’azione del governo Meloni c’è la nuova sentenza della Corte costituzionale che ha sanato un’oggettivastridente differenza di trattamento tra i lavoratori del settore privato e quello pubblico, con i primi che ricevono immediatamente la liquidazione loro spettante, mentre ai secondi tocca aspettare, da 2 a 7 anni a seconda se sono o meno pensioni anticipate. Anche se la Corte costituzionale non ha infierito sul governo Meloni, conscio della situazione generale di finanza pubblica, evitando di imporre l’adempimento immediato delle conseguenze finanziarie della decisione, sta di fatto che entro un paio di anni la situazione va sanata con conseguente esborso di cassa di almeno 14 miliardi di euro.

Questo perché lo Stato – e tutte le amministrazioni pubbliche – a differenza dei datori di lavoro privati non ha mai gestito le pensioni e le liquidazioni in termini di accantonamento periodico, limitandosi a gestire il tuttoper cassa. Tanto che l’incorporazione nel perimento dell’Inps dell’Inpdap, l’ente di previdenza dei lavoratori pubblici, nelle casse del corpaccione pensionistico statale s’è creato un bel buco nella contabilità per cassa, che va ad ingigantire i trasferimenti periodici da parte dello stato.

La gestione della questione pensioni costituisce l’ennesima prova di capacità di buon governo da parte del premier Giorgia Meloni e della sua maggioranza, evitando di nascondere sotto il tappeto nuovi buchi di bilancio, come il famoso prelievo sull’extraprofitto delle società energetiche deciso dal governo Draghi, che ha lasciato in eredità al Meloni Uno un buchetto da circa 8 miliardi.

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