Mercato auto Europa in forte ripresa a maggio (+18,2)

La produzione e le consegne di veicoli nuovi tornano a crescere per il ritorno alla quasi normalità della catena delle forniture di componentistica.

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Decima crescita consecutiva per il mercato auto Europa (UE+EFTA+UK). In maggio nell’area sono state immatricolate 1.121.644 autovetture con un incremento del 18,2% su maggio 2022, ma con ancora un calo del 22,3% sui livelli ante-crisi, cioè su maggio 2019. Il consuntivo dei primi cinque mesi dell’anno chiude invece con 5.323.630 immatricolazioni e quindi con una crescita del 17,4% su gennaio-maggio 2022, ma con un calo del 23,2% su gennaio-maggio 2019.

La ripresa del mercato auto Europa è dovuta essenzialmente al parziale superamento delle difficoltà di produzione dovute a problemi legati alla disponibilità di componenti essenziali che, in un momento particolarmente critico, aveva determinato lunghi tempi di attesa per la consegna di autovetture. La situazionedelle forniture non è tornata ancora alla normalità e di conseguenza la maggior parte delle case automobilistiche privilegia in questa fase soprattutto la produzione dei modelli più remunerativi, che sono anche quelli più costosi.

Questa situazione spiega perché in quasi tutti i mercati la ripresa delle vendite interessa soprattutto gli acquistidelle aziende piuttosto che quelle dei privati e ciò naturalmente perché una parte importante degli acquisti dei privati è costituita da modelli economici.

A rallentare il mercato, specie nei paesi con consumatori con minore potere d’acquisto come in Italia c’è il prezzo medio dei veicoli cresciuto decisamente e ormai stabilmente oltre quota 20.000 euro, con punte ancora maggiori per quelli elettrici, con i costruttori che lamentano scarsi sostegni alle vendite di questo genere di veicoli, che rimangono ancora un’idiozia tecnica e ambientale, buona solo per consentire l’ingresso in massadella produzione cinese sul mercato europeo con veicoli il cui costo è del 30% inferiore a quello della produzione europea, grazie anche ai minori vincoli ambientali imposti ai costruttori.

Di fatto, in attesa che dopo giugno 2024 venga radicalmente cambiata la politica europea in fatto di mobilità,restituendo la giusta centralità alla tecnologia a propulsione termica almeno fintanto che le batterie non saranno evolute fino a garantire minori rischi d’incendio e maggiore capacità unita a rapidità di ricarica, è inutile dannarsi per perseguire scelte politiche fallate e ambientalmente dannose, che rischiano di essere un boomerang economico, sociale ed ambientale per l’Europa.

Se si vuole rilanciare stabilmente il mercato dell’auto, specie in Italia, è necessario agire sulla leva fiscale, a partire dall’auto aziendale, attuando le regole europee da trent’anni disattese a botte di continue deroghechieste da parte dei governi di centro sinistra. Si tratta di riconoscere la deducibilità fiscale integrale del costod’acquisto e di gestione e di portare il periodo di ammortamento ordinario da 4 a 3 anni. In questo modo, da una parte si alimenta il mercato dell’usato destinato in particolare ai privati con prodotto recente, tecnologicamente aggiornato e a ridotto impatto ambientale, offerto con uno sconto del 50% medio rispetto al valore del nuovo. Dall’altro, si incentiva come nel resto dell’Europa l’utilizzo dell’auto aziendale come “fringe benefit” per i dipendenti, con vantaggi per tutti in termini di minori costi per gli utilizzatori e per le aziende che, tra l’altro, fidelizzano maggiormente i propri dipendenti.

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