Bilancio Ue: von der Leyen batte ancora cassa chiedendo altri 100 mld

Il bilancio 2021-2017 da 1.824 miliardi si è dimostrato inadeguato per coprire le maggiori spese energetiche, dell’inflazione, della scala mobile e dei tassi sui debiti accesi.

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Bilancio Ue

La Commissione chiede ai governi dell’Unione di dare il via libera a una revisione del bilancio Ue 2021-2027che comporta un aumento dei tetti massimi di risorse di poco meno di 66 miliardi di euro, pari al 6,15% di incremento rispetto al totale cui vanno aggiunti altri 40 miliardi di spese per fronteggiare le conseguenze del conflitto in Ucraina.

A fronte delle crisi a ripetizione (dal Covid all’invasione dell’Ucraina, alla difesa della competitività e dell’autonomia strategica della Ue all’immigrazione), il bilancio Ue è arrivato «all’esaurimento, ostacolando le capacità finanziarie di affrontare anche le sfide più urgenti».

Conseguentemente, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha proposto di rivedere il bilancio settennale aumentando le entrate che proverrebbero essenzialmente dagli introiti del sistema Ets (scambio di emissioni) e dal contributo degli stati basato sui profitti delle imprese (prelievo dello 0,5% sul risultato lordo di gestione contabilizzate per ciascuno stato).

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La questione delle risorse aggiuntive è molto delicata, l’eventualità di aumentare le entrate è controversa e ci sono già stati molti segnali negativi da parte di diversi governi: si riproporranno le classiche tensioni tra “frugali” e non. In ogni caso, la valutazione che si sta raschiando in fondo al barile o, forse, non ci sono neppure più margini per farlo, è un dato ormai oggettivo.

Ora la decisione passa al Consiglio e al Parlamento, anche se dovrebbe essere la stessa Commissione europea ad attivare una seria politica di revisione della propria spesa, agendo su questioncelle uniche come la scala mobilea favore dei dipendenti comunitari, un unicum a livello unionale. O, ancora, il contestuale raddoppio della spesa in comunicazione della Commissione, passata da 30 a 60 milioni di euro nel 2024, guarda caso in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e, poi a seguire, della stessa Commissione, dove von der Leyen vorrebbe succedere a sé stessa.

Nel dettaglio, per l’Ucraina si prevedono 17 miliardi in nuove sovvenzioni a fondo perduto, che si affiancano a 33 mld di prestiti che la Commissione raccoglierà sul mercato emettendo obbligazioni (Bruxelles la chiama una “riserva speciale per l’Ucraina”); 15 miliardi per migrazione e interventi esterni alla Ue; 10 miliardi per Step, la piattaforma che sostituisce il fondo sovrano europeo e mira a rafforzare l’impegno pro competitività attraverso la razionalizzazione dell’uso di una serie di strumenti esistenti (si tratta di una riqualificazione con l’aggiunta di nuovi fondi); 18,9 miliardi per pagare il maggiore costo del debito per finanziare i Pnrr (Recovery Fund) dovuto all’aumento dei tassi di interesse (sulle obbligazioni a dieci anni sono aumentati dallo 0,09% previsto al momento della prima emissione al 3,09% all’ultima lo scorso aprile); 1,9 miliardi per l’aumento dei costiamministrativi (praticamente l’effetto della scala mobile automatica riconosciuta ai dipendenti comunitari), 3 miliardi per dotare il bilancio Ue delle risorse per fronteggiare esigenze impreviste per il periodo 2024-2027.

Per quanto riguarda le entrate previste, la Commissione ha indicato che il “pacchetto” delle risorse proprie da negoziare in sede di Consiglio sarà composto dai proventi derivanti dal sistema Ets (tasso del 30% sui proventi dell’asta delle quote e sul valore di mercato delle quote che gli stati membri decidono di non mettere all’asta); dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam) sulle importazioni di materie prime come l’acciaio per il quale si prevede che il 75% degli introiti sarà assegnato al bilancio Ue; una risorsa propria temporanea basata su statistiche sugli utili aziendali, fino all’istituzione di una risorsa propria basata su un’imminente iniziativa volta a semplificare le norme in materia di tassazione delle società e l’adempimento degli obblighi fiscali.

Bruxelles indica che sulla base di un’ipotesi di prezzo del carbonio di 80 euro per tonnellata, dall’Ets saranno generati circa 19 miliardi di euro (prezzi 2018) all’anno; la risorsa Cbam genererà circa 1,5 miliardi di euro (prezzi 2018) all’anno a partire dal 2028; la risorsa propria basata sulle statistiche sugli utili aziendali fornirebbeentrate per circa 16 miliardi di euro (prezzi 2018) all’anno a partire dal 2024. In base alle ipotesi attuali ipotesi, questo pacchetto dovrebbe fornire complessivamente in media 36 miliardi di euro (prezzi 2018) all’anno a partire dal 2028.

La Commissione spiega che non sta proponendoimposte Ue”: «il sistema di scambio di quote di emissione e il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera sono strumenti basati sul mercato: l’obiettivo della revisione della decisione sulle risorse proprie è assegnare una quota delle entrate generate da questi strumenti al bilancio europeo». Quanto alla risorsa propria temporanea sugli utili aziendali, si tratta di «una risorsa statistica: il contributo dovuto dagli stati membri sarà proporzionale alle statistiche sul risultato lordo di gestione. Le aziende non saranno interessate».

La proposta sulle risorse proprie è necessaria anche per fronteggiare i rimborsi dei prestiti per Next Generation EU, che sarà scaglionato su più di tre decenni concludendosi entro il 2058. Per questo, indica oggi Bruxelles, «trovare un accordo sulle nuove risorse proprie proposte adesso faciliterà le discussioni sui futuri bilanci a lungo termine e permetterà di concentrarsi sulle priorità strategiche invece che sul livello dei contributi nazionali».

Alla questione se tutto ciò implicherà finanziamenti aggiuntivi da parte degli stati, la Commissione risponde che «il bilancio pluriennale è stato deciso nel 2020, da allora il mondo è cambiato drasticamente. Gli effettieconomici e sociali della guerra in Ucraina sono enormi, con impatti, tra l’altro, sui costi dell’energia, sui prezzial consumo, sui tassi di interesse, sulle interruzioni della catena di approvvigionamento. Questi effetti si fanno sentire in Ucraina, nell’Unione e nel resto del mondo, compresi i nostri vicini più stretti».

E ancora: «sebbene la natura pluriennale del bilancio garantisca stabilità e prevedibilità, ha una capacità limitata di rispondere a grandi eventi imprevisti e le sue flessibilità si stanno esaurendo poiché è stato necessario un ampio ricorso a riassegnazioni e riprogrammazioni, oltre alle flessibilità di bilancio esistenti, per far fronte le sfide impreviste».

Di fronte a questa situazione, la Commissione «non vede alternative per garantire che la Ue possa realizzaretutti i suoi obiettivi, in particolare quelli più urgenti, entro la fine del 2027, se non proporre una revisione miratadel quadro finanziario pluriennale 2021-2027».

Comunque sia, la migliore revisione sarà quella che i cittadini europei applicheranno alle elezioni del giugno 2024, quando l’attuale panorama politico potrebbe mutare consistentemente, con il calo delle sinistre, il consolidamento dell’area centrista popolare e la forte crescita dei conservatori sul fronte della destra moderata. E se anche dalle elezioni spagnole e greche dovesse scaturire una maggioranza di centro destra, pure la Commissione nominata dai governi dei paesi dell’Unione potrebbe essere decisamente diversa da quella guidatada Ursula von der Leyen, ad iniziare dalla stessa presidente e dal suo vice socialista Frans Timmermans.

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