Chiuso il 2022 con una crescita del Pil regionale del 3,7% sulle aspettative di crescita dell’economia Emilia Romagna per il 2023 grava l’inflazione a livelli elevati: lo afferma il “Rapporto sull’Economia dell’Emilia Romagna” stilato dalla Banca d’Italia secondo cui «l’attuazione del Pnrr potrebbe stimolare il comparto delle costruzioni».
A giudizio dell’istituto, «nel primo trimestre del 2023 la fase espansiva sarebbe proseguita a un ritmo simile a quello nazionale, risultato superiore alle attese. Sulle prospettive per la parte rimanente dell’anno incidono le pressioni inflazionistiche ancora elevate e l’intonazione restrittiva della politica monetaria».
Alla vigilia dell’alluvione dello scorso mese, afferma lo studio di Bankitalia regionale, si prefigurava «per l’annoin corso una sostanziale invarianza del fatturato nell’industria e nei servizi. L’attuazione del Pnrr potrebbe contribuire a sostenere i livelli di attività, specie nell’edilizia».
Secondo le stime della Banca d’Italia i fondi «assegnati all’Emilia Romagna e riconducibili al comparto edile a gennaio ammontavano a 2,4 miliardi. L’utilizzo di queste risorse indurrebbe una crescita media del valore aggiunto del settore del 3,5% nel periodo 2023-26 nel confronto con il 2019».
Nel 2022 malgrado il conflitto tra Russia e Ucraina, l’elevata inflazione generata dalla crisi energetica e la conseguente restrizione monetaria, l’economia Emilia Romagna «ha mostrato una notevole capacità di resistenza, crescendo del 3,7%, in linea con la media nazionale» e con un Pil che «ha superato di 2 punti il livello antecedente la crisi da Covid19. L’espansione è stata sostenuta soprattutto dai consumi delle famiglie, aumentati in seguito all’uscita dalle restrizioni imposte per contrastare la pandemia e anche dagli investimenti» anche se, viene evidenziato, «l’attività economica ha perso slancio nella seconda parte dell’anno».
In base allo studio, la ripresa è stata trainata, in particolare, dai settori dei servizi e dalle costruzioni. «Il contributo più rilevante all’aumento del prodotto regionale – evidenzia il rapporto Bankitalia – è arrivato dal terziario» che ha registrato un +5,5% sul 2021, spinto dalle attività turistiche e ricreative e dai i trasporti.
Nelle costruzioni, invece, «gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni hanno sostenuto la crescita (+10,2%)» anche se l’incremento è stato «inferiore rispetto a quello dell’anno precedente». Quanto al mercato del lavoro, «lo scorso anno il numero di occupati è cresciuto dell’1,2%, portandosi a oltre 2 milioni» mentre «il tasso di disoccupazione è sceso di mezzo punto rispetto al 2021, attestandosi al 5%».
Nel corso del 2022 in Emilia Romagna «il reddito reale delle famiglie si è ridotto e l’inflazione ha colpito più severamente le famiglie meno abbienti. Gli aumenti dell’occupazione e delle ore lavorate hanno sostenuto il reddito nominale delle famiglie (+6,3% rispetto al 2021) la crescita è stata erosa dalla corsa dei prezzi al consumo: in termini reali il reddito è diminuito dello 0,6%» prosegue Bankitalia.
A giudizio dell’istituto, «l’aumento dei prezzi è stato più accentuato per utenze domestiche e beni alimentari, spese essenziali che incidono di più sui bilanci delle famiglie a reddito basso. Ne è conseguito che l’inflazione ha colpito in misura più intensa le famiglie meno abbienti, per le quali a ottobre scorso ha sfiorato il 19%». Tuttavia, viene sottolineato ancora, «i consumi hanno continuato ad aumentare a un tasso sostenuto (+5,6%)» con un incremento «finanziato anche dai risparmi accumulati durante la pandemia», mentre la crescita dei «depositi bancari delle famiglie ha fortemente rallentato, passando dal +5% del 2021 al +0,3 del 2022. Il valoredel risparmio detenuto in titoli è diminuito del 4,3% risentendo anche del calo delle quotazioni».
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