Forum economico italo-tedesco: servono politiche industriali comuni per favorire investimenti

Per le aziende è centrale la collaborazione italo-tedesca per affrontare le trasformazioni in atto, ma serve supporto. Urso: «compito dei nostri governi è cogliere il mutato contesto globale e assistere le nostre imprese».

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Forum economico italo-tedesco

La XVII edizione del Forum Economico Italo-tedesco, il tradizionale appuntamento della Camera di commercioItalo-Germanica AHK Italien dedicato ai temi caldi nei rapporti tra i due Paesi si è focalizzata sulle prospettiveper la collaborazione tra Italia e Germania, intese come ecosistema produttivo, con particolare attenzione ai temi dell’energia, ricerca & sviluppo ed economia circolare, e al rafforzamento delle sinergie bilaterali.

In apertura è intervenuta Monica Poggio, presidente AHK Italien e amministratore delegato di Bayer Italia, che ha sottolineato il legame strutturale tra i due principali Paesi manifatturieri d’Europa e le esigenze e priorità che oggi li legano e che pongono la necessità di strategie comuni.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, impossibilitato a partecipare per via del lutto nazionale per le esequie di Silvio Berlusconi, ha inviato un saluto scritto in cui sottolinea la necessità di dialogo tra Italia e Germania. «Compito dei nostri Governi – afferma Urso – è quello di essere pronti a cogliere le mutate tendenze globali e continuare ad assistere al meglio le nostre imprese in questo rinnovato scenario, anche per prepararle ad affrontare una concorrenza che sarà moltoassertiva”».

Nel corso dell’evento, è stato presentato uno studio realizzato in collaborazione con Ipsos e dedicato alle principali dinamiche che intessano le aziende italiane e tedesche, con un focus sulla transizione verde e digitale. Secondo i dati raccolti dall’istituto, Germania e Italia sono i Paesi con la reputazione più alta nel contesto europeo, ma in Germania si rileva un clima di maggiore fiducia per quanto riguarda la situazione economica attuale.

Per quanto riguarda l’analisi della situazione delle imprese, invece, è l’83% del campione ad aver investito nel corso dell’ultimo anno, soprattutto in formazione (50%) e trasformazione digitale (44%). Emerge la priorità di facilitare gli investimenti sulla transizione ecologica: è infatti solo il 32% delle imprese ad aver mobilitato risorse in questo ambito nel 2022, concentrandosi inoltre su interventi di efficientamento, dunque in prima battuta in via emergenziale, in risposta alla crisi energetica. Il 29% delle aziende ritiene che la transizione ecologica comporti difficoltà in entrambi i Paesi, mentre il 39% del campione riscontra condizioni più favorevoli in Germania.

«Non si può più prescindere da questa trasformazione epocale. In ottica bilaterale, serve più cooperazione tra Italia e Germania sui temi della transizione, con strategie comuni, da armonizzare su diversi livelli: dai governi alle associazioni di settore, fino al mondo della ricerca – ha dichiarato il consigliere delegato AHK Italien, Jörg Buck -. Centrali sono anche le sinergie sul tema delle competenze: se a livello nazionale è necessario formare profili sempre più in linea con il mercato del lavoro, a livello binazionale diventa sempre più determinante l’introduzione di percorsi formativi e titoli armonizzati tra i nostri due Paesi».

Tra le evidenze dello studio presentato al Forum economico italo-tedesco emerge, infatti, che tre quarti delle imprese ritengono che la collaborazione italo-tedesca sia un vantaggio per le proprie attività, e un incentivo chiave per le imprese italiane che investono in Germania è la presenza di un apparato burocratico più leggero. Non sorprende dunque che la quasi totalità del campione (86% delle aziende italiane, 91% di quelle tedesche) voglia mantenere stabile o aumentare il proprio business nel rispettivo mercato estero. Più della metà, inoltre, considera strategico il rafforzamento dei rapporti economici tra i due Paesi, con più misure di incentivo per le grandi trasformazioni in atto, verde e digitale, e per la rimodulazione delle catene del valore.

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