Al di là delle dichiarazioni di prammatica che parlano di decisioni all’insegna dell’unitarietà delle tre assemblee legislative di Tirolo, Alto Adige e Trentino riunite a Riva del Garda nella XV riunione congiunta del “Dreier Landtag”, di fatto le decisioni hanno riguardato questioni di secondo piano, come la maggiore collaborazione e scambio transfrontaliero e tra diversi gruppi linguistici o la gestione dei carnivori selvatici, mentre su questioni ben più importanti si è preferito ricorrere all’arte del rinvio, come sulla querelle del traffico sul corridoio del Brennero.
Proprio la questione dei divieti unilaterali al traffico pesante approvati dal Tirolo che finiscono con il penalizzare l’economia delle imprese e dei cittadini di Germania e Italia, per evitare di spaccare l’immagine di unitarietà dell’Euregio Tirolese si è scelto di ricorrere a mezzucci (legali) regolamentari, come quella della votazione per singole assemblee legislative, con il risultato che tre diverse mozioni sullo stesso tema del trafficosono rimaste vicendevolmente impallinate e l’unico risultato è stato il rilancio ad una non meglio precisata comune politica di gestione del traffico sul corridoio del Brennero, che dice tutto e il suo contrario.
Per il resto, lo stesso Dreier Landtag evidenzia un certo fiato corto, complice anche il fatto che il prossimo 22 ottobre il Trentino Alto Adige rinnoverà le proprie assemblee legislative e quasi tutti i partiti hanno puntato piùa soluzioni di bandiera che a reali soluzioni di interesse comune.
Il padrone di casa del XV Dreier Landtag, il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Walter Kaswalder (la cui poltrona è una di quelle che traballano di più) afferma che «abbiamo affrontato temi anche molto impegnativi e sono particolarmente soddisfatto per la diffusa volontà che è emersa di trovare soluzioni, anche al problema assillante dei grandi carnivori, con un impegno comune che promette un futuro fecondo per la collaborazione tra i nostri territori. Credo che Dreier Landtag ed Euregio possano ambire a ottenere – con il benestare dell’Europa – competenze dirette e proprie, che sostanzino la forza di questo nostro cuore dell’Ue. Sono processi istituzionali che richiedono anni, pensiamo solo al fatto che l’Autonomia speciale del Trentino risale al 1948 e noi siamo ancora impegnati a dotarla di nuove competenze».
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