Riparte il progetto del Museo del vino di Verona. La Regione Veneto ha deciso di investire un milione di Euro pur di arrivare alla conclusione del “MuVin”, il cui ultimo atto risale a un anno fa con la costituzione della Fondazione Museo del vino da parte di 14 soci fondatori rappresentativi del territorio: da Confagricoltura a CIA, da Confcommercio a Confesercenti, da API all’Unione Vini Veneti.
In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv”, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore della Web tv e de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano il proponente ed ideatoredell’iniziativa, il consigliere regionale Enrico Corsi (Lega Salvini).
«Un’apposita legge regionale stanzia 350.000 Euro annui per tre anni, al fine di dare il via alla promozione e ai primi passi per la realizzazione nel triennio del “MuVin” – spiega Corsi -. Si tratta di un atto politico assuntoall’unanimità del Consiglio, di cui ringrazio l’assessore regionale al bilancio, Francesco Calzavara. Mi aspetto seguano altrettanti segnali operativi da parte di Governo e comune di Verona».
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Si riparte dunque con prospettive più ambiziose, anche perché all’iniziale programma di insediamento nelle ex Gallerie Mercatali, di fronte alla Fiera di Verona, se ne affianca uno nuovo e fortemente ambizioso proposto al Museo stesso e al comune di Verona da parte di un fondo di investimento: la novità prevede di collocare il “MuVin” all’interno di un mega progetto di riqualificazione nell’area semicentrale delle ex cartiere Fedrigoni, l’azienda nota per le sue etichette di bottiglie premium, in una grande area da ben 114.000 metri quadrati. Il progetto prevede di insediare ben tre musei (tra cui il Nicolis rinnovato di Villafranca), tra l’altro al posto di un centro commerciale da 40.000 metri quadrati a suo tempo già autorizzato.
La parola intanto passa alla politica nazionale con il coinvolgimento dei ministri del Turismo, Daniela Granero Santanché, e dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida che potrebbero contribuirecon una parte dei costi da prelevare dal Pnrr per attuare un progetto di respiro nazionale ed internazionale, capace di generare un notevole indotto economico e culturale.
Il Museo del vino di Verona ha ambizioni internazionali: andrebbe a fare concorrenza italiana ai già esistenti musei analoghi della Cité du Vin a Bordeaux in Francia, il Vivanco del la Cultura de Vin a Briones in Spagna e il Museo del Vino di Porto in Portogallo.
Il progetto ha una forte potenzialità, potendosi appoggiare sul bacino di visitatori e di visibilità internazionaledel Vinitaly di Verona e degli oltre 14 milioni di turisti annui della sponda veronese del lago di Garda.
«Non c’è neanche un giorno da perdere – aggiunge Corsi – per dare a Verona e all’Italia una nuova occasione di sviluppo, di creazione di posti di lavoro e di indotto, con nuovo turismo in città: basti pensare che Bordeaux ha 450.000 visitatori annui e 12 milioni di Euro di fatturato».
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