Tra le famiglie italiane rimane alta la propensione all’acquisto della casa di residenza, ma si fa sempre più grande la preoccupazione circa la possibilità di sostenere nel tempo il pagamento delle rate del mutuo o degliaffitti sempre più cari, visto che quasi la metà dei nuclei che dichiara che le disponibilità economiche sono appena sufficienti a far fronte alle spese primarie.
Secondo l’indagine di Nomisma, la conseguenza della perdita di potere d’acquisto si traduce in una minore quota di famiglie che riesce a risparmiare (33,8% nel 2023) con impatti diretti sulle tendenze legate all’abitare,tra le quali l’acquisto di un’abitazione e la scelta di vivere in affitto. Nel complesso va però sottolineato, ancora una volta, il grande interesse degli italiani nei confronti della casa.
L’interesse all’acquisto di una casa per il soddisfacimento di un bisogno primario si conferma, anche quest’anno, tanto che complessivamente sono circa 3,1 milioni le famiglie intenzionate ad acquistare un’abitazione nei prossimi 12 mesi. Le motivazioni di acquisto di “prima casa” e di “sostituzione prima casa” riguardano complessivamente l’81,2% delle volontà manifestate dagli intervistati.
Considerando il segmento della locazione si assiste, invece, ad una flessione dei nuovi contratti dopo la forte ripresa nel 2022. Nello specifico, la quota di famiglie che ha fatto ricorso all’affitto di una o più abitazioni per un periodo superiore a 6 mesi è passata dal 5,6% nel 2022 al 5% nei primi mesi del 2023.
Concentrandosi invece sulle motivazioni che sorreggono la scelta di vivere in locazione, l’indagine di Nomismaconferma come per la maggior parte delle famiglie (il 56% del totale, per la precisione) l’affitto rappresentil’unica soluzione percorribile a causa della mancanza di risorse economiche sufficienti per accedere al mercatodella compravendita. Un altro gruppo di famiglie, pari al 13%, considera invece la proprietà non conveniente.
Nomisma ha analizzato anche la capacità finanziaria delle famiglie che nei prossimi mesi potrebbe indebolirsi ulteriormente. Ad esempio, la quota di famiglie che nel prossimo anno prevede di avere difficoltà nel pagare il canone di locazione si attesta al 34,8% (+3 punti percentuali rispetto al 2022).
L’indagine offre anche una vista aggiornata della quota di nuclei che dichiara di avere difficoltà nel pagamentodelle rate del mutuo (pari al 6% contro il 7,5% del 2022) mentre sale al 27,8% la percentuale di famiglie che, nei prossimi 12 mesi, teme di poter incontrare difficoltà nel rimborsare regolarmente le rate.
«La stretta monetaria messa in atto da Fed e BCE si scontra con un fabbisogno crescente di credito da parte di chi si rivolge al mercato dell’acquisto della casa, costretto a fare i conti con la rigidità dei prezzi – sottolinea Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma -. Siamo in presenza di un indebolimento della domanda di acquisto destinato a riflettersi in un calo significativo delle compravendite, previsto da Nomisma nell’ordine del 14,6% su base annua».
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