Nel 2022, le imprese attive nelle province di Trento e Bolzano sono cresciute meno rispetto al 2021. I risultati dell’indagine della filiale regionale della Banca d’Italia sulla congiuntura economica nel 2022, evidenziano una crescita dei fatturati inferiore al 2% in termini reali, che si è concentrata però soprattutto tra le imprese più grandi.
«La dinamica trentina è stata maggiormente fortunata rispetto a quella altoatesina», ha precisato Michele Cascarano. Per il 2023, si prefigura un aumento moderato dei fatturati reali delle imprese industriali.
Le esportazioni sono cresciute di circa il 3% in entrambe le province, in rallentamento rispetto al 2021 e su ritmi inferiori rispetto alla media nazionale. Il settore edile ha continuato a crescere, seppure in rallentamentorispetto al 2021.
«In Trentino il prezzo degli immobili residenziali è doppio rispetto a quello italiano, mentre in Alto Adige è due volte e mezzo», ha ricordato Cascarano. Banca d’Italia ha realizzato anche una stima sulla crescita che il Pnrr provocherà nel settore delle costruzioni. In Trentino si parla di una «crescita di poco inferiore al 5% nel quadriennio 2023-2026, superiore a quella riscontrata per l’Alto Adige».
Secondo l’indagine della Banca d’Italia a crescere nel 2022 è stato anche il commercio, mentre i servizi di alloggio e di ristorazione hanno recuperato pienamente la loro attività. «Per il 2022 le Camere di commercio segnalano una quota di imprese soddisfattadella loro redditività prossima al 90%, che è una quota comunque importante – commenta Cascarano -. Per il 2023 la redditività è prevista in calo, specialmente per le imprese più piccole».
Nel 2023 «si prefigura un rallentamento della crescita economica in entrambe le province» prosegue Cascarano, precisando che è difficile fare previsioni in questo momento. Sono tre i fattori che saranno determinanti: «continua ad esserci l’ombra dell’inflazione, che pesa sui costi delle imprese e sulle famiglie, del costo delcredito e dell’incertezza di fondo, che limita in molti casi le iniziative di investimento» ha aggiunto Cascarano. Nel 2022, invece, si parla di una «vitalità dell’economia delle due province, ma più in generale dell’economia italiana, che è in controtendenza rispetto alle previsioni iniziali».
A fine 2022, il credito bancario al settore privato non finanziario ha registrato un calo marcato in Trentino(-3,1%), riflettendo soprattutto la dinamica dei prestiti alle imprese. In Alto Adige, invece, è proseguita la fase di espansione creditizia, che ha subìto però un rallentamento a partire dal terzo trimestre del 2022.
«L’ammontare dei prestiti è in calo, soprattutto per le imprese piccole – ha spiegato Maurizio Silvi responsabile della filiale di Trento della Banca d’Italia -. La crisi ha creato una polarizzazione tra imprese grandi e imprese piccole, che hanno comportamenti diversi». Si è mantenuta elevata la qualità del credito, sia per le famiglie sia per le imprese, mentre si è fortemente attenuata la crescita dei depositi delle famiglie, che pesano per circa i due terzi del totale.
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