Affitti brevi: la proposta del ministro al Turismo Santanché scatena veti incrociati

Il divieto di locazioni inferiori alle due notti salutato con favore da Federalberghi, ma bollato come esproprio di Stato da Confedilizia.

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affitti brevi

La grana degli affitti brevi, ovvero delle locazioni di abitazioni private sul mercato turistico tramite portali come AirB&B rischia di non risolvere nulla, ne tanto meno di arrivare alla tanto sperata regolamentazione di un settore cresciuto senza alcuna regola e che, spesso, è volano dell’economia sommersa.

Per cercare di dare un quadro di riferimento, il ministro al Turismo, Daniela Granero Santanché sta preparando una proposta normativa che vieterebbe gli affitti brevi, quelli di durata inferiore ai due pernottamenti, accompagnandoli all’italiana dalla solita raffica di divieti e relative multe, oltre dall’introduzione di un’immancabile dose di burocrazia con l’introduzione del Codice identificativo nazionale degli appartamenti messi in locazione per i turisti.

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La reazione delle categorie è stata contrastante: se Federalberghi plaude ad un provvedimento che metterebbe fine alla concorrenza sleale degli appartamenti turistici che fruiscono di regole decisamente meno cogenti – e costose – rispetto agli alberghi, cosa che indubbiamente ne ha favorito la crescita sul mercato, dall’altro Confedilizia parla di esproprio di stato ai danni della proprietà privata in palese violazione della Costituzione.

Per il ministro Santanché la questione rischia di scoppiarle in mano, perché viene ad agire su un settore – gli albergatori e i proprietari di casedecisamente vicino alla maggioranza di governo e al suo partito, Fratelli d’Italia. Si tratta di uno scenario che necessita di provvedimenti studiati con il bilancino dell’opportunitàpolitica, perché se è vero che le locazioni degli appartamenti sono cresciute in modo selvaggio e spesso in nerodanneggiando gli alberghi, dall’altro è pur vero che non si può vincolare artatamente la proprietà privata come ha invece deciso di fare il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che da buon Dem si è inventato un divieto di locazione degli immobili ad usto abitativo nel centro storico della città per durate inferiori alle due notti, accompagnandolo anche da una carota volta ad incentivare le locazioni stanziali con l’esenzione dall’Imu per le seconde case per tre anni, con un vantaggio di circa 2.000 euro per i proprietari degli immobili.

Comunque la si giri, dalla vicenda degli affitti brevi emerge come i governi degli ultimi vent’anni abbondanti abbiano sostanzialmente trascurato il problema dell’accesso alla casa, abbandonando le politiche di realizzazione di case popolari locate a canoni compatibili con il potere d’acquisto delle persone, oltre ad avere lasciato crescere a dismisura il mercato della casa in proprietà che, oltre ad essere un patrimonio, finisce anche per essere un pesante vincolo alla mobilità delle persone sul territorio.

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