Il sacco immobiliare dei bonus edilizi(bonus facciate e Superbonus 110%) voluti da M5s con la connivenza del Pd è costato al momento (cifra destinata a crescere ulteriormente) 105 miliardi, ben 45,2 in più rispetto alle previsioni iniziali del governo Conte 2. Al buco finanziario scavato nel bilancio statale, il bonus facciate ha contribuito per 13,1 miliardi (19 miliardi contro una previsione iniziale di 5,9, con una differenza del 222%), il Superbonus 110% ha registrato un supero di spesa del 91,7%, pari a 32,1 miliardi (dai 35 calcolati all’inizio sempre dal governo Conte 2 ai 67,1 registrati ora).
Il risultato è che con i 105 miliardi finora spesi si sono ristrutturate 407.000 unità immobiliari, spesso costituiteda ville e villini sia in città che nelle località di vacanza, quasi sempre di proprietà di persone ad alto reddito, mentre su tutti gli italiani, compresi quelli che non hanno fatto ristrutturazioni e quelli che vivono in affitto, è calata una gabella da 2.000 euro a contribuente. Davvero non male per un provvedimento alla rovescia ideatodal M5s di Giuseppi Conte con la connivenza del Pd, che ha tolto ai poveri per dare ai ricchi, analogamente con le regalie a favore dell’acquisto dei veicoli elettrici, spesso la seconda o terza auto di famiglie alto spendenti.
Di fatto, questi 105 miliardi costituiscono un’ulteriore zavorra sui conti pubblici, specie in vista della stretta che scatterà nuovamente nel 2024 a seguito della decisione della Commissione Ue di ripristinare i vincoli di bilancio del patto di stabilità.
Numeri, effetti e prospettive dei bonus edilizi sul bilancio pubblico sono stati tracciati dal ministerodell’Economia che nell’audizione sui crediti d’imposta alla commissione Bilancio della Camera.
Per il direttore generale del Tesoro, Riccardo Barbieri «il costo delle misure eccede di gran lunga il beneficio» misurato dalle maggiori entrate e in termini di risparmio energetico si stima una riduzione dei consumi domestici nell’ordine del 3,5% che «rappresenta un passo in avanti ma non ci porta nemmeno lontanamente agli obiettivi» ambientali fissati dai pro- grammi comunitari. Di fatto soldi gettati dalla finestra.
Quanto alla ricaduta dell’ennesimo spreco grillo-piddino si ricava un risultato decisamente negativo rispetto allamassa monetaria movimentata, perché secondo Barbieri «il Superbonus 110% abbia alzato il tasso di crescitadel Pil reale dell’1,2% nel 2021 (poco più di 1/6 del +6,7% complessivo) e dello 0,7% nel 2022 (quando il totale dell’economia è aumentato del 3,7%), mentre nel 2022 si attende un impatto negativo dello 0,9% (quasi pari all’obiettivo di crescita del +1%)».
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