La regione Veneto ha autorizzato il potenziamento della capacità di trasformazione da gas liquido a gas metano gassoso del rigassificatore di Porto Levante al largo della costa rodigina che potrà aumentare la produzione annua di 600 milioni di metri cubi senza alcun ampliamento fisico della struttura.
Con l’autorizzazione la società Terminale GNL Adriatico S.r.l. incrementa la capacità massima di rigassificazione del terminale da 9 miliardi di Smc/anno a 9,6 miliardi di Smc/anno non costanti.
L’impianto, una struttura in calcestruzzo lunga 375 metri e larga 115, è appoggiata sul fondale marino a una profondità di circa 29 metri, a una distanza di circa 15 chilometri dal punto di approdo a terra della condotta e a una distanza minima di circa 12 chilometri dalla costa, a NordEst di Porto Viro (RO). Nell’ambito della struttura a gravità sono alloggiati due serbatoi per il gas naturale liquefatto (GNL) aventi capacità di 125.000 mc ciascuno; sulla sua copertura sono installati gli equipaggiamenti di rigassificazione e tutte le apparecchiature necessarie per il funzionamento e gestione dell’impianto.
Il GNL, trasportato a pressione atmosferica e ad una temperatura di -162° C da navi metaniere all’interno di particolari cisterne criogeniche, viene inviato alla rete di terra una volta riportato in fase gassosa. Il gas è quindi inviato, per mezzo di un gasdotto di diametro 30 pollici (76 cm) e di lunghezza pari a circa 40 chilometri, alla stazione di misura ubicatanel comune di Cavarzere in provincia di Venezia e poi alla rete nazionale gasdotti.
L’aumento della portata di rigassificazione comporterà, inoltre, un incremento dei volumi di GNL approvvigionativia nave, con conseguente minimale aumento del numero annuo di navi metaniere che attraccheranno e scaricheranno al terminale, valutato in 5/7 navi l’anno.
La società Terminale GNL Adriatico S.r.l., costituita nel 2005, che gestisce il rigassificatore di Porto Levante vedrà un cambio dell’attuale compagine azionaria, con l’americana ExxonMobil Italiana Gas, con il 70,7% delle quote azionarie, e Qatar Terminal Company Limited (22%) in procinto di cedere le loro quote, mentre il terzo socio del gruppo, Snam, che ora possiede il 7,3% dovrebbe salire al 30%, acquistando parte delle quote in via di cessione, mentre la quota di maggioranza dovrebbe essere acquisita da un fondo d’investimento.
Dal 2009 a oggi, l’impianto rodigino ha immesso nella rete nazionale circa 85 miliardi di metri cubi di gas naturale e ha accolto carichi di gas naturale liquefatto provenienti da diversi Paesi fornitori (Qatar, Stati Uniti, Trinidad e Tobago, Guinea Equatoriale, Angola, Norvegia, Egitto e Mozambico) e da Paesi di riesportazione (come Cina, Belgio, Francia).
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