Un sondaggio effettuato da Alavie su Commercialisti, Consulenti del Lavoro, Avvocati e Notai fotografa la situazione di queste categorie in merito all’applicazione delle Regole Tecniche in materia di riciclaggio, cioè l’applicazione del Decreto Legislativo 231/2007 nella prassi abituale.
Da una indagine di Alavie – la prima società di consulenza italiana che integra consulenza e tecnologia per una gestione innovativa della conformità normativa, con particolare focus su Antiriciclaggio – emerge che il 100% dei Commercialisti e l’85% dei Consulenti del Lavoro adempie al primo step del processo di gestione antiriciclaggio, ovvero all’identificazione del Cliente. Tuttavia, solo una minoranza, ovvero il 41% dei Commercialisti e il 28% dei Consulenti del Lavoro, provvede al controllo costante e monitora, quindi, l’evoluzione del profilo del cliente e, di conseguenza, eventuali anomalie che potrebbero insorgere.
Con il 54% delle risposte da parte dei Commercialisti e il 41% dei Consulenti del Lavoro, i Professionisti si dichiarano solo parzialmente soddisfatti del sistema antiriciclaggio del proprio studio. Procedure che portano un ulteriore sovraccarico di adempimenti, dato che il 54% Commercialisti e il 59% dei Consulenti del Lavoro si affida al solo personale interno, con una gestione manuale e cartacea.
Commenta Vito Ziccardi, CEO di Alavie: “Nella scelta di come assolvere agli adempimenti, solamente il 28,5% degli intervistati opta per il digitale: si aprono dunque notevoli margini di recupero di efficacia organizzativa. La priorità sta nella maggiore digitalizzazione delle attività degli Studi, per un efficientamento nell’utilizzo delle risorse e, soprattutto, la certezza di mantenere la conformità normativa nel tempo. Le soluzioni che oggi la tecnologia ci propone sono complementi fondamentali del lavoro dei Professionisti. Un sistema automatizzato di gestione del Sistema Antiriciclaggio ha infatti un impatto sostanzialmente nullo sull’operatività di Studio ed è in grado di fare la differenza in termini di efficacia e costi, garantendo al Professionista la tranquillità della compliance completa e, al contempo, il miglioramento del livello dei servizi per i propri Clienti”.
Tra i destinatari della normativa antiriciclaggio, i Professionisti sono particolarmente esposti, per il carattere sensibile dei loro servizi e perché, all’interno degli Ordini, si riscontrano ancora difficoltà sul corretto adempimento degli obblighi, in particolare nell’adeguata verifica dei Clienti e, soprattutto, nel controllo costante.
Una categoria professionale particolarmente attenta all’applicazione della normativa è quella dei Notai. La motivazione è correlata principalmente a due fattori. È stata, infatti, la prima a dotarsi di Regole Tecniche, pubblicate nel 2018. Successivamente sono state approvate quelle per gli Avvocati, emanate nel 2019, per Dottori Commercialisti e gli Esperti Contabili, in vigore dal 2020 e infine, a quattro anni di distanza, quelle per i Consulenti del Lavoro, in vigore da giugno 2022.
Ulteriore aspetto di rilievo risiede nella tipologia di prestazioni specifiche di questa Categoria. Il Notaio, svolgendo soprattutto operazioni spot – e non avendo generalmente un rapporto continuativo con i propri Clienti – può godere di semplificazioni operative. Ad esempio, non deve organizzare una procedura di controllo costante sui Clienti, che, come dimostrano i dati, è fonte di difficoltà applicativa per gli altri Professionisti. Può così strutturarsi al meglio per la raccolta, analisi e valutazione delle informazioni sui propri Clienti, ricorrendo anche all’ausilio di database per la verifica dei dati e di algoritmi per la valutazione oggettiva del rischio.
Questi elementi hanno un forte impatto sul numero di segnalazioni (SOS) effettuate. I Notai sono la categoria di Professionisti che ogni anno effettua il maggior numero di Segnalazioni di Operazioni Sospette, collaborando attivamente con le autorità. Nel 2022, su 5.667 segnalazioni dal mondo dei professionisti, ben 5.404 sono giunte dai Notai, contro le 166 dei Dottori Commercialisti e Consulenti del Lavoro e le 23 degli Avvocati.
Il ridotto numero di segnalazioni da parte degli Avvocati è invece dettato dal fatto che la Categoria è soggetta al rispetto del decreto antiriciclaggio per tutte le operazioni di natura finanziaria o immobiliare, ma è frequente che non partano segnalazioni quando le prestazioni possono prevedere un esame della posizione giuridica del Cliente o potenziali procedimenti innanzi all’autorità giudiziaria.
Le regole antiriciclaggio, redatte in autonomia dai rispettivi Consigli Nazionali, presentano sostanziali differenze: pur derivando da una medesima radice normativa variano negli aspetti tecnici e, come già evidenziato, le prestazioni specifiche di ciascuna categoria determinano ricadute applicative differenti. Il CNDCEC per i Commercialisti ed esperti Contabili, il CNCL per i Consulenti del Lavoro, il CNF per gli Avvocati e il CNN per i Notai hanno infatti previsto procedure di autovalutazione ad hoc. Tra le principali divergenze, spicca la metodologia di calcolo del rischio, che, nel caso dei Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro prevede matrici numeriche ponderate, ispirate alla procedura degli istituti di credito e finanziari sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia. Inoltre, i Commercialisti sono tenuti a redigere un documento di autovalutazione del rischio, la cui assenza è sintomatica di una precaria organizzazione della funzione antiriciclaggio.
Raffaele D’Arienzo, Dottore Commercialista e Componente della Commissione Nazionale Antiriciclaggio del CNDCEC commenta: “Rilevo con piacere che, in particolar modo tra i Commercialisti, è in continua crescita la consapevolezza della necessità di un adeguamento alle Regole Tecniche. La nostra categoria ha affrontato, dalla loro introduzione, tutti gli aspetti applicativi della normativa, pur nella sua complessità, e continua a lavorare affinché la piena conformità sia sinonimo di efficacia nella gestione”.
Particolarmente complessa anche la gestione della normativa antiriciclaggio e la valutazione del rischio degli Studi Multidisciplinari, che sono chiamati ad applicare regole diverse, per il medesimo Cliente, a seconda del Professionista che effettua la prestazione. Queste realtà rappresentano oggi circa il 7% degli Studi Professionali italiani e sono in continua ascesa: sono, infatti, la risposta di alcuni Professionisti alle esigenze di espandere il proprio mercato offrendo servizi aggiuntivi, oltre che di fidelizzare ancor più la Clientela.
“La nostra ricerca nasce per tracciare un’overview dello stato di adeguamento dei Professionisti alla normativa antiriciclaggio” spiega Vito Ziccardi, CEO di Alavie. Se molto resta ancora da fare, questi dati, confrontati con le precedenti indagini, mostrano un trend positivo, che è destinato a migliorare ulteriormente con l’implementazione di best practice da parte degli Studi.