Gli orsi e la politica in Trentino, dove Fugatti rischia di essere travolto

Negli ultimi 10 anni la politica ha abbandonato il piano di reintroduzione, rinunciando anche alla collaborazione con il ministero dell’Ambiente per una corretta gestione degli orsi.

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Alla fine degli Anni Novanta del secolo scorso, l’orso nelle Alpi era quasi del tutto estinto e per evitare il completo tracollo fu decisa la sua reintroduzione con il progetto Pacobace che prevedeva l’importazione dalla Slovenia di alcuni esemplari di orsi da reintrodurre nel cuore delle Dolomiti di Brenta, all’interno del parco naturale Adamello Brenta, di cui proprio l’orso bruno era il simbolo.

In questa puntata di “Focus Trentino” di “ViViItalia Tv”, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore della Web Tv e de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, fanno il punto della situazione che rischia di sfuggire definitivamente di mano al governo provinciale.

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Peccato che nel corso degli anni, specie nell’ultima decade, il piano Pacobace sia stato sostanzialmente abbandonato, con alcuni dei suoi punti cardini sostanzialmente disattesi, con il risultato che gli orsi, moltiplicatisi nel corso di un ventennio fino a raggiungere una popolazione stimata in un centinaio di esemplari, sono rimasti concentrati nel ristretto areale del parco Admello Brenta e poco di più, invece di espandersi in tutte le regioni alpine, come era nel progetto.

Ora, l’orso fa l’orso e segue il suo istinto, anche quando causa danni alla popolazione dei comuni montani, che oggi rientrano nel suo areale di vita in quanto molti sono limitrofi alle aree boschive. Il problema è che la politica non ha fatto nulla per attivare una convivenza con gli orsi, con la necessità di adeguare i propri comportamenti. E i risultati oggi sono il sostanziale rigetto della presenza dell’orso in montagna, con tanti, ad iniziare da molti politici, che ne vorrebbero il completo azzeramento, vuoi con il trasferimento in altri areali, vuoi con la caccia tout court.

Il problema non si risolve con una politica priva di idee che non siano quella di vellicare i bassi istinti, ma con una seria programmazione, a partire dal riprendere la proposta lanciata qualche anno fa dal ministerodell’Ambiente di dotare di radiocollare tutti gli orsi, in modo da controllarne la presenza e gli spostamenti, cosa che l’attuale presidente del Trentino ha lasciato cadere, nonostante che la spesa fosse integralmente a carico del ministero, di cui gli orsi, come fauna selvatica protetta, sono a tutti gli effetti bene indisponibile. Col senno del poi, se il vertice politico della Provincia non avesse lasciato cadere la proposta del governo, probabilmente oggi la situazione sarebbe decisamente difesa, probabilmente senza il morto e con meno episodi di aggressione.

Proprio l’aver pesantemente sottovalutato le conseguenze di una corretta gestione dell’orso sulle popolazioni interessate, culminate con l’aggressione mortale ad un escursionista da parte di un’orsa in compagnia di tre cuccioli, ha causato il contrasto frontale tra parte della politica trentina – specie quella espressione della maggioranza di governo a trazione leghista – e il mondo ambientalista, con quest’ultimo che sta richiamando alle sue indiscutibili responsabilità proprio il vertice dell’Autonomia trentina, che dalla malagestione dell’orso – che va ad aggiungersi agi innumerevoli fallimenti conseguiti dal governo trentino a guida leghista – nel corso della legislatura che sta per terminare rischia rimanere travolto.

E al giusto sdegno dei leghisti e di quasi tutte le forze politiche per la protesta di “stampo squadristico” deglianimalisti sotto le finestre dell’abitazione del presidente del Trentino, sarebbe da ricordare ai leghisti che nel 2014, quando il governo Monti varò la manovra lacrime e sangue, compresa la riforma Fornero delle pensioni, fu proprio un certo Matteo Salvini assieme ad un centinaio di leghisti a manifestare proprio sotto le finestredella casa torinese di Fornero, contestandola con pesanti affermazioni. Nulla di nuovo, sempre all’insegna dei corsi e ricorsi e della memoria molto corta.

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