Le cambiali tornano di moda: nel 2022 staccati 221.000 “pagherò”

Indagine Unioncamere che registra incrementi in 11 regioni, a partire da Lombardia e Sicilia.

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Le cambiali nel 2022 sono tornate di moda con 221.000pagheròlevati, oltre 3.000 in più del 2021 (ma 124.000 in meno del 2019). Complice forse la crisi energetica con le bollette in rialzo o uno strascico della pandemia che, grazie alle moratorie sui crediti, aveva concesso a famiglie e imprese un po’ di respiro nella restituzione dei prestiti, lo scorso anno le Camere di commercio hanno registrato un discreto incremento di questa forma di finanziamento extrabancario.

Come mostrano i dati di Unioncamere, l’ente presieduto da Andrea Prete, e InfoCamere, sono undici le regioniche registrano un aumento delle cambiali tra il 2022 e il 2021, a partire dalla Lombardia e dalla Sicilia, dove gli incrementi sono a quattro cifre (rispettivamente +5.339 e +2.018). Queste due aree staccano nettamente la terza regione, il Lazio, che registra un aumento di 807 cambiali, precedendo Liguria (459), Veneto (278) e Puglia(158). Sul fronte opposto Calabria e Sardegna, dove anche lo scorso anno le cambiali si sono ridotte rispettivamente di -2.750 e -1.125 unità.

Proprio a seguito del consistente incremento di cambiali in Lombardia tra il 2019 e il 2022 (+8.346), questa regione è balzata dal terzo al primo posto della classifica per numero di “pagherò”, registrando a fine 2022quasi 57.000 cambiali levate. La Campania, invece, prima in graduatoria nel 2019, scende al secondo gradino grazie a una consistente riduzione di cambiali nel corso dei tre anni (poco più di 33.000 a fine 2022, quasi 30.000 in meno del 2019).

Il maggiore ricorso alle cambiali come strumento per ottenere liquidità può essere visto anche come incrementodella difficoltà di ottenere credito tramite i canali delle banche, che hanno stretto i rubinetti verso famiglie e piccoli imprenditori, con il rischio di alimentare anche il canale dell’usura.

Dinanzi agli stratosferici bilanci pubblicati da gran parte del sistema bancario nazionale – e anche delle retribuzioni sempre più astronomiche dei vertici che in qualche caso si avvicinano al milione di euro al mese! – sarebbe opportuno che il sistema creditizio riaprisse l’erogazione verso le fasce più deboli, perché il rischio di alimentare il credito illegale dell’usura è un danno maggiore all’economia nel suo complesso rispetto a quello che potrebbe accadere rispetto a qualche piccola insolvenza, spesso coperta da assicurazione.

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