Commercialisti e Terzo Settore: focus a Venezia e Vicenza

La scorsa settimana sono stati due gli appuntamenti importanti dedicati al Terzo Settore nella giornata di giovedì 20 aprile. A Vicenza al mattino sala piena nella sede dell’Ordine dei Commercialisti per il focus sul bilancio degli Enti del Terzo Settore a cura della Commissione di Studio per gli ETS, che ha organizzato un convegno per discutere vari aspetti del bilancio degli enti. Al pomeriggio a Venezia, nell’ambito dell’assemblea annuale di approvazione del bilancio consuntivo dell’ODCEC, si è tenuto il convegno “Terzo settore e società benefit: nuove opportunità per i Commercialisti”, con oltre 400 partecipanti e una tavola rotonda con la Regione Veneto e l’OTC.

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Il 20 aprile a Vicenza al mattino, la Commissione di Studio per Enti del Terzo Settore ha tenuto un convegno dal titolo “Il Bilancio degli ETS” nella Sala Convegni dell’Ordine a Vicenza. L’evento, durato dalle 9:00 alle 13:00, è stato introdotto e moderato dalla commercialista Orietta Verlato, presidente della Commissione di studio per gli ETS dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Vicenza in cui esperti del settore si sono riuniti per presentare e dibattere temi quali attività di interesse generale, attività commerciali e non commerciali, scritture contabili, rendicontazioni previste per gli ETS, il giudizio e la relazione sul bilancio ETS. Durante il convegno, Verlato ha presentato una relazione sulle attività di interesse generale, le attività diverse e la raccolta fondi, nonché sulle attività commerciali e non commerciali degli ETS. Successivamente la commercialista Giulia Golin, componente della Commissione di studio per gli ETS, ha illustrato le scritture contabili e il bilancio ETS. Infine il commercialista Enrico Dianin, componente della Commissione di studio per gli ETS, ha discusso le altre rendicontazioni previste per gli ETS, come le rendicontazioni del 5 per mille e la raccolta fondi, sottolineando l’importanza della trasparenza e del deposito al RUNTS. Infine, Dianin ha presentato il giudizio e la relazione sul bilancio ETS, mettendo in luce il ruolo dell’organo di controllo e del revisore.Il convegno ha offerto un’importante occasione per gli esperti del settore di confrontarsi sulle questioni chiave riguardanti il bilancio degli Enti del Terzo Settore, contribuendo a migliorare la conoscenza e la gestione di tali entità.

A Venezia al pomeriggio dalle 16:30 alle 18:30 al teatro Toniolo si è tenuto il convegno “Terzo settore e societá benefit: nuove opportunità per i Commercialisti”, nell’ambito dell’assemblea annuale di approvazione del bilancio consuntivo con 400 partecipanti, che si è aperto con l’intervento della commercialista Valentina Di Renzo, responsabile Gruppo di Studio Associazionismo e “No profit” ODCEC Venezia, che ha messo subito in evidenza le differenze fra Terzo Settore e le Società Benefit.

La commercialista Giovanna Chinellato, componente del Gruppo di Studio Associazionismo e “No profit” dell’ODCEC Venezia, ha presentato un riassunto sulla Riforma del Terzo Settore, che ha previsto la creazione del Registro unico nazionale del Terzo settore (RUNTS) e la modifica dello statuto delle organizzazioni non profit. Gli enti del terzo settore includono organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, imprese sociali, enti filantropici, società di mutuo soccorso, reti associative e altri enti del terzo settore. Le associazioni sportive dilettantistiche e le società sportive dilettantistiche sono iscritte al RAS/CONI, mentre le associazioni di categoria, sindacali e professionali, gli enti ecclesiastici, le associazioni politiche e altre organizzazioni non sono iscritte al RUNTS. Tutti gli enti che si iscrivono al RUNTS devono adeguare i loro statuti, che possono avere importanti riflessi anche di natura fiscale.
Attualmente ci sono 80.500 enti che stanno decidendo la loro forma giuridica, tra cui 363.499 istituzioni non profit e 99.544 Runts. Ci sono anche 115.000 associazioni sportive dilettantistiche iscritte al CONI e 24.398 imprese sociali. In attesa di iscriversi al RUNTS ci sono 12.402 Onlus. Ci sono anche 44.000 enti non profit esclusi dal RUNTS, come formazioni e associazioni politiche, sindacati e associazioni di rappresentanza degli interessi e dei datori di lavoro.
Il Registro unico nazionale del Terzo settore è stato istituito presso il Ministero del Lavoro con sedi operative regionali e gestito esclusivamente con modalità informatiche. L’iscrizione al RUNTS ha effetto costitutivo per la personalità giuridica e la fruizione dei benefici previsti dal Codice del Terzo settore e dalle disposizioni di favore previste per gli ETS. Chinellato ha evidenziato che ci sono ancora alcuni articoli del Codice del Terzo settore che devono essere completati, come l’Art. 77 sui titoli di solidarietà, l’Art. 79, comma 2 bis sulle soglie di commercialità, l’Art. 80 sul regime forfetario degli enti del terzo settore e l’Art. 86 sul regime forfetario per le attività commerciali svolte da APS e ODV.

L’intervento di Andrea Giaretta, commercialista del gruppo di studio “Associazionismo e non profit” ODCEC di Venezia, ha riguardato le novità della riforma del Terzo Settore. La riforma ha previsto un riordino e una revisione della disciplina relativa agli enti del terzo settore, inclusa la disciplina tributaria, con l’obiettivo di sostenere l’iniziativa autonoma dei cittadini per perseguire il bene comune e promuovere la coesione sociale e la protezione sociale. La riforma ha introdotto novità in diversi ambiti, tra cui l’amministrazione, il controllo, la rendicontazione e la fiscalità. La trasparenza e l’affidabilità sono considerate aspetti chiave della riforma. La rendicontazione, vista come un processo dinamico, include il Bilancio Sociale, che garantisce una comunicazione trasparente delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati sociali, ambientali ed economici.
L’organo di controllo è visto come una risorsa fondamentale per le organizzazioni e non è una figura importabile dal mondo dell’impresa o un ispettore dell’amministrazione finanziaria. Il suo compito è di supportare l’ente nel prendere decisioni conformi alla normativa e consapevoli del relativo impatto. L’organo di controllo vigila sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile. Attesta inoltre la conformità del bilancio sociale e monitora la fiscalità.
Infine, la riforma ha introdotto una nuova definizione di commercialità, passando da un criterio qualitativo a uno basato su criteri quantitativi per l’inquadramento fiscale delle attività.

Il commercialista Giuseppe Greco, componente del Gruppo di Studio Associazionismo e “No profit” dell’ODCEC Venezia, ha presentato un riassunto dell’analisi della CCIAA sulle Società Benefit in Italia al giugno 2022. Ci sono 2.146 Società Benefit in Italia, di cui 234 nel Veneto: 64 a Padova, 55 a Vicenza, 46 a Treviso, 43 a Verona, 19 a Venezia, 6 a Belluno e 1 a Rovigo. Le Società Benefit sono una nuova tipologia di impresa che perseguono un obiettivo di utilità sociale e ambientale, oltre a quello di lucro. Tali imprese sono state introdotte in Italia con la legge n. 208 del 2015, che ha introdotto una nuova tipologia di impresa a responsabilità limitata, finalizzata alla produzione di un “beneficio comune” e alla realizzazione di finalità sociali, oltre che economiche. La legge ha fornito un quadro normativo per la costituzione e la gestione delle Società Benefit, stabilendo che esse devono perseguire finalità di interesse generale e garantire la trasparenza nella gestione delle attività, in modo da favorire la partecipazione e la fiducia degli investitori e dei consumatori.

Nel suo intervento Sara Pelucchi, Vice Presidente ODCEC Lecco, ha affrontato il tema delle Società Benefit come modello di impresa che integra profitto e sostenibilità. Le Società Benefit perseguono una duplice finalità: creare impatto positivo su società e ambiente, oltre al profitto. Questo cambiamento culturale passa dallo shareholder capitalism allo stakeholder capitalism, richiedendo una gestione responsabile, sostenibile e trasparente verso tutti gli stakeholder. La normativa italiana ha introdotto lo status giuridico di Società Benefit, che richiede la specifica delle finalità di beneficio comune nello statuto, una gestione bilanciata tra interessi dei soci e degli altri stakeholder e una relazione annuale sugli obiettivi perseguiti e realizzati. La valutazione dell’impatto generato deve avvenire utilizzando uno standard esterno, esauriente, credibile e trasparente.

Dopo l’analisi del caso di successo “Pieces of Venice” Società Benefit, si è aperta la tavola rotonda moderata da Daniele Ferrazza, giornalista de La Nuova di Venezia, in cui sono stati discusse molteplici tematiche riguardanti il Terzo Settore e il ruolo dei commercialisti. L’intervento di Massimo Da Re, presidente ODCEC Venezia, ha riguardato le società benefit, l’ESG (Environmental, Social, and Governance) e la CSR (Corporate Social Responsibility). Le società benefit sono aziende che si impegnano a generare un impatto sociale e ambientale positivo oltre al profitto. L’ESG si riferisce a criteri di valutazione ambientali, sociali e di governance che gli investitori utilizzano per misurare la sostenibilità e l’impatto etico di un’azienda. La CSR, invece, riguarda iniziative volontarie intraprese da un’azienda per contribuire positivamente alla società e all’ambiente.
Le società benefit e l’ESG condividono l’obiettivo di promuovere pratiche aziendali responsabili e sostenibili e possono essere attrattive per gli investitori ESG. Tuttavia, non tutte le società benefit avranno automaticamente punteggi ESG elevati e viceversa. La CSR e le società benefit sono legate in quanto entrambi promuovono pratiche aziendali sostenibili e responsabili, ma differiscono nel livello di impegno formale. Le società benefit integrano la responsabilità sociale e ambientale nella loro struttura legale e nella loro missione principale, mentre la CSR è spesso un’attività volontaria.
Infine, l’ESG e la CSR sono concetti correlati, ma con un focus diverso. La CSR riguarda le iniziative intraprese dalle aziende per contribuire al bene comune, mentre l’ESG riguarda la valutazione e la misurazione di queste pratiche per guidare le decisioni di investimento responsabile. Le aziende che intraprendono iniziative di CSR efficaci possono migliorare il proprio profilo ESG e diventare più attraenti per gli investitori responsabili.
David Moro, consigliere nazionale del CNDCEC, ha sottolineato l’importanza del ruolo dei commercialisti nella gestione del terzo settore. La riforma del terzo settore sta andando verso una maggiore trasparenza, standardizzazione e professionalizzazione, e di conseguenza le competenze dei commercialisti sono diventate centrali e fondamentali. Moro ha sottolineato che i commercialisti hanno molteplici ruoli nei enti del terzo settore, come consulenti, componenti dell’organo di controllo, revisori e valutatori del patrimonio, inoltre ha invitato i commercialisti a partecipare agli eventi di alto livello come quello organizzato dall’ODCEC di Venezia, per formare e discutere i punti più critici della riforma, sottolineando che gli operatori e la società civile hanno bisogno di certezze per affrontare con maggiore serenità le sfide del terzo settore.
Maria Carla Midena, direttore dell’Unità Organizzativa Terzo Settore della Regione Veneto, ha parlato del ruolo della Regione e delle opportunità per gli Enti del Terzo Settore (ETS) nella regione. Midena ha sottolineato che negli ultimi anni, il Terzo Settore in Italia ha subito molte modifiche, come la Riforma che ha creato la figura degli ETS. Il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) ha riconosciuto il ruolo degli ETS e ha creato nuove opportunità, ma l’attuazione della riforma non è stata facile. Midena ha spiegato che l’Unità Organizzativa Terzo Settore presso la Direzione Servizi Sociali della Regione Veneto è stata creata per gestire i registri regionali del volontariato, della promozione sociale e delle cooperative sociali, oltre a lavorare a stretto contatto con la Direzione regionale per coordinare le misure volte al sostegno della famiglia, dei giovani e delle persone fragili. Il Terzo Settore è un pilastro fondamentale della società, e la Regione ha il compito di coinvolgerlo in tutte le attività per individuare i bisogni e le risorse disponibili. Midena inoltre ha fornito alcune opportunità regionali per gli ETS, come il loro coinvolgimento nella governance per il contrasto alla povertà e nella promozione di progetti per favorire l’inclusione sociale. Inoltre, le Odv, le Aps e le Fondazioni del terzo settore possono partecipare ai bandi di finanziamento per la realizzazione di progetti di interesse generale, con una media annuale di circa 2 milioni di euro dal 2019 al 2022. In sintesi, Midena ha sostenuto che la Regione Veneto sta lavorando per coinvolgere il Terzo Settore in tutte le attività per individuare i bisogni e le risorse disponibili, offrendo molte opportunità per gli ETS nella regione.
Monica Mason, capo dell’ufficio regionale di RUNTS in Veneto, ha spiegato l’organizzazione e il funzionamento di RUNTS e i suoi servizi al terzo settore. Il RUNTS è gestito attraverso metodi telematici e costituito da uffici regionali, provinciali e dello Stato. Il registro è accessibile alla pubblica amministrazione e alle parti interessate e contiene informazioni sul profilo, le attività e la situazione finanziaria di ogni entità. La registrazione è facoltativa ma offre vantaggi come l’accesso ai fondi pubblici, l’esenzione fiscale, lo status giuridico e la capacità di ricevere il contributo del 5 per mille. Il RUNTS è uno strumento al servizio del terzo settore e il suo funzionamento è supervisionato dall’ufficio regionale, che gestisce la registrazione e l’aggiornamento dei dati delle entità. Mason ha fornito un aggiornamento sui progressi del registro, che ha visto registrate oltre 5.400 organizzazioni dalla sua creazione. L’ufficio regionale fornisce supporto alle entità nel processo di registrazione, compreso un manuale online e un helpdesk. L’ufficio partecipa anche a un gruppo di lavoro interregionale per affrontare questioni tecniche e legali derivanti dal registro RUNTS.
Infine l’intervento di Silvana Bortolami, presidente dell’OTC Veneto, ha discusso l’importanza dell’OTC Veneto, un ufficio territoriale dell’Organismo Nazionale di Controllo (ONC) che collabora con l’ONC nella funzione di prossimità. L’OTC Veneto si occupa di controllare i Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) nella regione del Veneto, garantendo che i centri rispettino le norme del Codice del Terzo settore e ricevano adeguato finanziamento. L’OTC Veneto è guidato dai principi di efficacia, efficienza, trasparenza ed economicità. Inoltre, l’OTC Veneto ha il compito di nominare un componente dell’organo di controllo interno dei CSV con funzioni di presidente, che deve agire con imparzialità e indipendenza. Il presidente dell’organo di controllo non è un rappresentante dell’OTC, ma è responsabile di garantire il corretto funzionamento dell’ente e di supportare i volontari nel prendere decisioni in linea con la normativa vigente. Le linee guida per la nomina del componente dell’organo di controllo interno ai CSV sottolineano l’importanza di avere un professionista con profonda conoscenza della gestione delle organizzazioni del Terzo settore, in grado di supportare i vertici dei CSV e garantire il rispetto delle leggi e delle normative.