Commissione europea, danni incalcolabili all’economia, alla salute e all’ambiente europeo

L’Efsa ci mette 8 anni a stabilire il rischio sanitario all’esposizione al Bisfenolo A: abbassate di 20.000 volte le soglie di rischio.

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Unione europea sempre più nella bufera, con una Commissione europea che pensa solo ai massimi sistemi, perdendo per strada la realtà di tutti i giorni, come è accaduto nel caso del Bisfenolo A, dove l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, ci ha messo ben 8 anni per accertare il rischio sanitario connesso con l’esposizione a questo agente cancerogeno, disponendo l’abbassamento di ben 20.000 (!!!) volte la soglia di assunzione giornaliera vigente, da 4 microgrammi (4 milionesimi di grammo) a 0,2 nanogrammi (0,2 miliardesimi di grammo) per chilo di peso corporeo.

Secondo il verdetto dell’Efsa, il Bisfenolo A negli alimenti è un rischio per la salute e la quantità tollerata va ridotta drasticamente. Questo composto è utilizzato in un’ampia gamma di prodotti, tra cui contenitori in plastica per cibi e bevande e rivestimenti in plastica di lattine in acciaio e alluminio. L’esposizione attraverso gli alimenti avviene proprio per il rilascio nei cibi da questi materiali. E ciò «potrebbe portare allo sviluppo di infiammazione allergica polmonare e malattie autoimmuni» si scrive nel rapporto appena pubblicato.

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La drastica riduzione della dose massima assumibile è comunque ben poca cosa rispetto alla proposta inizialeche ne prevedeva una limitazione 5 volte maggiore, con una riduzione di 100.000 volte rispetto ai limiti precedenti.

Il pronunciamento dell’Efsa arriva dopo ben otto anni in cui il Bisfenolo A è stato un analizzato e dopo numerosi scontri tra le associazioni dei consumatori e l’industria della plastica nonché all’interno della comunità scientifica.

I primi dubbi documentati risalgono alla fine del secolo scorso. L’Efsa ha iniziato dal 2006 una serie di valutazioni periodiche sulla sicurezza del Bisfenolo A. L’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ha classificato la molecola come interferente endocrino. La Francia ne ha vietato l’uso nei materiali a contatto con gli alimenti e misure restrittive per i contenitori di cibi per bambini sono in vigore in Svezia, Danimarca, Belgioe Austria (limitatamente alle tettarelle per i lattanti). Nel 2018 l’Ue si è allineata a questo gruppo di Paesi decretando lo stop al suo utilizzo per i biberon e altri contenitori per cibi e bevande destinati a bambini di età inferiore ai tre anni. Nell’autunno 2022, la Germania ha presentato all’Agenzia per le sostanze chimiche una richiesta di restrizione.

Se l’Efsa ha emesso con comodo il suo verdetto, a Bruxelles si va ancora con il passo della lumaca: un portavoce della Commissione europea, nel ribadire la «priorità politica di garantire i più elevati standard di sicurezza alimentare, anche per quanto riguarda i materiali a contatto con gli alimenti», non si corre verso il suo definitivo abbandono: l’esecutivo guidato dalla baronessa tedesca Ursula von der Leyen «valuterà quali ulteriori misure» prendere «se necessarie».

Gli esperti della Endocrine Society, l’organizzazione internazionale degli endocrinologi, hanno accolto con favore la decisione dell’Efsa: la riduzione delle soglie legali «riflette un’ampia base di informazioni scientifiche che dimostrano che anche l’esposizione a livelli estremamente bassi può causare effetti dannosi anche sui sistemi endocrini» ha osservato Anne Simone Parent, portavoce dell’associazione fondata negli Usa e docente all’Università di Liegi, in Belgio.

Emerge ogni giorno di più che la Commissione europea guidata da von der Leyen non sia adeguata alla gestione degli interessi del continente europeo, sia che si tratti di aspetti sanitari che economici, sociali ed ambientali, specie per l’utilizzo acritico di atteggiamenti dogmatici che finiscono per essere controproducenti.

Non ci si meraviglia se, dopo lo “Schiacciasassiaumenta il numero di coloro che chiedono le dimissioni anticipate della Commissione e l’elezione anticipata anche di un nuovo Europarlamento. E mentre la seggiola europea di von der Leyen traballa, la baronessa tedesca vedendo molta tiepidezza circa la sua dichiarata disponibilità di fare un bis alla guida delle istituzioni europee dopo l’addio alla politica della sua madrina politica, “MuttiAngela Merkel, sta guardandosi attorno e ora tenterebbe di fare il salto sulla poltrona di segretario generale della Nato, carica che si sta per liberare. Speriamo che ci sia qualcuno di assennato che le impedisca il gran salto, per consegnarla finalmente ai suoi sette figli e nipotame vario per evitare che l’Europa e la Nato di scatenare concretamente una terza Guerra mondiale.

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