Il reddito medio degli italiani nel 2021 si è attestato a 22.540 euro, per un totale complessivo indicato nelle dichiarazioni del 2022 di 912,4 miliardi, 47 miliardi in più dell’anno precedente (+5,5%). Il dato emerge dalle statistiche rese note dal dipartimento per le politiche fiscali del ministero dell’Economia.
Il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, pari a 60.520 euro, mentre per gli imprenditori(titolari di ditte individuali) si attesta a 24.130 euro. I dipendenti dichiarano 21.500 euro, i pensionati 18.900 euro.
Ancora una volta sembrerebbe che dipendenti e imprenditori guadagnino più o meno le stesse cifre, mentre il reddito medio più elevato è quello da lavoro autonomo, di poco superiore ai 60.000 euro. Nel 2021, anno di elevata ripresa dell’economia con un Pil in crescita del 7%, anche il numero totale dei contribuenti sale di oltre 316.000 soggetti. Presentano la propria dichiarazione dei redditi, direttamente o attraverso i sostituti di imposta circa 41,5 milioni di cittadini, oltre la metà dei quali si avvale del modello 730. Un contribuente su quattro, il 26% del totale, dichiara al fisco un reddito fino a 15.000 euro versando il 3,6% dell’Irpef complessiva. Sopra i 70.000 euro, nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2022, ci sono invece solo il 4% dei cittadini che versano però il 31% del totale, evidenziano un forte problema di equità fiscale e la necessità di riequilibrare il loro contributo. Il resto dei contribuenti, pari al 70% dei dichiaranti, si colloca tra i 15.000 e i 70.000 euro di reddito e dichiara il 65% del volume complessivo.
A livello territoriale, la Lombardia si conferma al primo posto per reddito medio complessivo più elevato (26.620 euro) seguita dall’Alto Adige (25.680), mentre la Calabria è in coda nella graduatoria regionale con il reddito medio più basso (16.300, confermando la distanza tra il reddito del Centro-Nord e quello delle regioni meridionali.
A spiegare l’apparente difformità di alcuni dati del reddito medio degli italiani c’è la diversa modalità di indicazione dei contributi previdenziali all’interno dei redditi presentati: quelli dei lavoratori dipendenti sono al netto dei contributi previdenziali, mentre quelli da lavoro autonomo e d’impresa devono essere indicati al lordo dei contributi. Inoltre, la quasi totalità dei redditi da capitale è soggetta a tassazione sostitutiva e non rientra pertanto nell’Irpefe per imprenditore il rapporto delle Finanze esclude chi esercita questa attività economica in forma societaria.
Rispetto al 2020, crescono i redditi medi da lavoro autonomo (+14,2%) e da lavoro dipendente (+3,8%) e in misura ancora minore mostra un lieve incremento anche il reddito medio da pensione (+1,8%).
L’imposta netta dichiarata nel 2022 per i guadagni conseguiti nel 2021 è di 171 miliardi (+7,4%). Roma si conferma capitale dell’addizionale comunale, che complessivamente ammonta a 5,3 miliardi con un importo medio pari a 200 euro, che varia dal massimo di 260 euro del Lazio (aumentata anche per coprire l’ingentedebito relativo alla sanità regionale) a quello minimo di 140 euro in Valle D’Aosta.
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