Mons. Enrico Trevisi è il nuovo vescovo di Trieste, insediatosi nella cattedrale cittadina di San Giusto subito dopo la cerimonia con la lettura della bolla papale, salutato da un lungo applauso della folla presente.
Il nuovo vescovo Trevisi era stato in precedenza al Santuario di Monte Grisa dove aveva incontrato le famiglie. Poi è sceso nel centro di Trieste per la cerimonia di insediamento che si è svolta nel pomeriggio alla cattedrale, dove è stato accolto dal vescovo uscente e prossimo vescovo emerito mons. Giampaolo Crepaldi, giunto 13 anni fa a Trieste inviato dal papa Benedetto XVI.
Ad accogliere il nuovo vescovo c’erano anche il sindaco Roberto Dipiazza, l’assessore regionale Pier Paolo Roberti, i vertici delle forze dell’ordine e i rappresentanti della società civile. Subito dopo mons. Enrico Trevisi ha salutato il picchetto d’onore, ha salutato la folla che lo attendeva, ed è entrato nella Cattedrale sulla cui facciata era stato posizionato il nuovo stemma, realizzato dall’artista toscano Pietro Marcucci.
Le tragedie causate dalla guerra in quest’area di confine che si perpetrano ancora oggi in tante parti del mondo, la situazione economica con la vertenza della Wartsila e di tante altre aziende e infine, un invito, uno slancio alla comunità perché prenda l’iniziativa, si impegni, nel solco del Vangelo sono stati i temi affrontati dal vescovo Trevisi, nel corso dell’omelia, la prima pronunciata in città, utilizzando anche qualche parola in sloveno.
Parlando dell’incontro con le famiglie e i bambini al Santuario di Monte Grisa, il vescovo ha parlato di una Chiesa che diventa «famiglia di famiglie», puntualizzando che «abbiamo pregato per la pace». «Sto leggendo un libro intitolato “Adriatico amarissimo. Una lunga storia di violenza – ha poi proseguito riguardo alla guerra – e le tragedie ci portano a gridare: “Mai più! Mai più!” E invece con tristezza guardiamo al mondo di oggi ancora insanguinato da tante guerre fratricide, da tanti massacri, da tanta miseria che genera profughi, che alimenta disperazione».
Subito dopo mons. Trevisi ha parlato della crisi industriale di Wartsila: «sto seguendo con preoccupazione le sorti della Wartsila e dei suoi lavoratori (e so di altre aziende in difficoltà)» sottolineando la sua apprensione per i «posti di lavoro, per il futuro delle famiglie, per un’economia e una politica che non trovano le giuste tutele per i giovani, per le donne, per le persone fragili. Non vuole essere un’accusa ma la constatazione che abbiamo davanti tutti un lavoro immenso, che tutti siamo chiamati a partecipare».
Proprio dal partecipare, riprendendo le parole del Papa di pochi giorni fa, mons. Trevisi ha invitato «all’iniziativa, al movimento, a un andare per primo» nel solco del Vangelo. Uno slancio per una «missione che riceviamo da Dio ci appartiene a tutti. A tutti. Preti, religiosi e laici, giovani e anziani. C’è del bello nel saperci pensati da Dio per una missione» e «una Chiesa senza laici impegnati rischia di diventare un museo».
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, iscrivetevi al canale Telegram per non perdere i lanci e consultate i canali social della Testata.
Telegram
https://twitter.com/nestquotidiano
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/
© Riproduzione Riservata