Gli autovelox nel 2021 hanno fruttato alle casse comunali di quasi 47 milioni

L’impegno del governo per ricondurli a strumenti di prevenzione e sicurezza, non per fornire facili entrate alle amministrazioni locali. Il caso limite del comune bellunese di Colle Santa Lucia.

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Di fatto, gli autovelox, almeno quelli usati prevalentemente dalle amministrazioni locali, sono diventati strumenti per fare cassa e per aggiustare in modo consistente i bilanci di molte località, spingendo il governo Meloni ad intervenire con un impegno a ricondurli ad essere strumenti di prevenzione e sicurezza.

Gli autovelox, nati per garantire la sicurezza sulle strade e il rispetto dei limiti di velocità, garantiscono forti introiti alle casse comunali: ben 46,9 milioni nel 2021. Il ministro alle infrastrutture, Matteo Salvini, ha fatto il punto sulla situazione con una relazione alla Camera: «condivido la necessità della regolamentazione sulla collocazione degli autovelox, per evitare gli usi impropri, visto che in alcuni casi vengono usati solo per fare cassa. E lo dico forte della lotta per la sicurezza sulle strade. Bisogna trovare il modo – aggiunge – di avere bilanci più sani senza pesare sulle tasche degli automobilisti e motociclisti».

Poi il ministro ricorda che è al lavoro per realizzare il nuovo Codice della strada che anche su questo interverrà. «Il decreto interministeriale – dice Salvini – lo scorso ottobre è stato esaminato dalla Conferenza Stato-Regioni e ora i tecnici del ministero delle infrastrutture e dell’interno stanno valutando gli adeguamenti alle richieste che arrivano dai comuni».

Secondo il deputato azzurro Andrea Caroppo «in Italia si registra il numero maggiore di autovelox: il doppiodella Germania e il triplo della Francia». Troppi.

Secondo le associazioni dei consumatori «la velocità eccessiva continua a produrre morti e feriti sulle nostre strade, e in tal senso gli autovelox, se installati correttamente e nel rispetto delle leggi, possono contribuire a salvare vite umane – afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi -. Troppo spesso, però, il loro utilizzo non ha niente a che vedere con la sicurezza stradale».

Secondo il Codacons «solo nel 2021, gli autovelox, nelle principali 21 città italiane, hanno generato incassi per 46,9 milioni di euro. Il record spetta a Milano che ha elevato sanzioni per 12,9 milioni di euro, seguita da Genova (6,2 milioni di euro) e Torino (5 milioni). Non mancano poi casi paradossali come un piccolo comunedelle Dolomiti, Colle Santa Lucia (Bl), che ha incassato grazie all’autovelox oltre 552.000 euro in un anno, nonostante conti meno di 360 abitanti, pari ad un incasso di oltre 1.500 euro a censito.

Massimiliano Dona, presidente di Unione nazionale consumatori ricorda le proposte già inoltrate: «sugliautovelox fissi chiediamo da anni che siano i Prefetti a fissare i limiti di velocità» e basta con «la postazione dicontrollo, troppo spesso piazzata in modo nascosto subito dopo una curva e non correttamente segnalato e visibile come prevede il Codice della strada».

Oltre all’autovelox e alla loro posizione ci sarebbe da regolare in modo tecnicamente corretto il posizionamento dei cartelli di segnalazione dei limiti di velocità, che spesso indicano repentini cali, passando da 90 a 50 ed anche meno chilometri all’ora, con il risultato che una situazione del genere potrebbe ingenerare potenziali fenomeni di incidente per le repentine frenate, oltre con il rischio – spesso certo – che subito dopo il cartello sia in agguato la micidiale macchinetta di misurazione del superamento dei limiti.

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