Le elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Autonomia speciale del Trentino del 22 ottobre prossimo avverrannoall’insegna del candidato governatore del centro sinistra, il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, fortemente penalizzato dal nuovo rinvio a giudizio per danno erariale da parte della Corte dei conti di Trento, che gli contesta il non avere sanato la situazione relativa all’assegnazione dell’incarico di dirigente e direttore generale del comune ad un soggetto privo dei requisiti necessari.
Già nel 2021 Valduga, espressione di una maggioranza di liste civiche e di sinistra, era stato condannato assieme a tutta la giunta comunale per danno erariale: «l’operato del sindaco – spiega in una nota la Corte – era già stato oggetto del vaglio da parte della Corte dei conti che, con sentenza n. 81/2021 aveva condannato Francesco Valduga, unitamentealla Giunta comunale, per aver conferito, per il periodo 2015-2020, l’incarico di dirigente a tempo determinato e, immediatamente dopo, quello di direttore generale a Mauro Amadori, funzionario della Provincia di Trento».
A seguito delle indagini svolte dalla guardia di finanza di Rovereto, prosegue la nota diffusa dalla Corte dei conti, hanno consentito di accertare che Valduga, «nonostante avesse già ricevuto la contestazione della Procura contabilesulla assenza dei requisiti di Amadori, ha reiterato, con atti adottati in prima persona, il conferimento dell’incarico di dirigente nonché di direttore generale sino alla fine del primo mandato di sindaco e, quindi, sino alla fine del mandato in corso con ulteriori provvedimenti adottati sempre dal sindaco medesimo subito dopo la propriarielezione».
Prima della comunicazione ufficiale del nuovo rinvio a giudizio per danno erariale del sindaco e candidato governatore del Trentino per il centro sinistra, la Procura della Corte nella fase preprocessuale non ha condiviso la difesa argomentata dal legale dell’inquisito citandolo a giudizio per il 15 novembre 2023 per un danno erariale di 461.249,47 euro in pregiudizio del comune di Rovereto, «ritenendo – si legge nella nota – che la consapevole e reiterataviolazione della disciplina dei requisiti per ricoprire un incarico di dirigente e, quindi, di direttore generale, contenuta in specifiche norme di legge e del regolamento del comune di Rovereto integrasse una fattispecie dolosa di responsabilità amministrativo-contabile il cui danno erariale è stato quantificato in misura pari agli esborsi sostenuti per remunerare Amadori, incaricato “sine titulo” dal sindaco Valduga».
Contro la condanna in primo grado per danno erariale è stato proposto appello da Francesco Valduga e dai suoi assessori alla Corte centrale che, secondo indiscrezioni, parerebbe essere stato respinto con la conferma della sentenza di primo grado e del relativo pagamento del danno erariale di quasi 310.000 euro, dei quali 120.000 ascrittiin capo allo stesso sindaco Valduga.
Ma ad aggravare ulteriormente la posizione di Valduga c’è la questione del dolo, reato penale piuttosto pesante specie per un pubblico amministratore, comportamento già segnalato dalla Corte dei conti alla Procura della Repubblica in occasione della prima condanna, che la Corte sottolinea nuovamente anche nel secondo rinvio a giudizio. Il che costituisce una fortissima ipoteca sul futuro politico del medico ospedaliero specializzato in oncologia inventatosi sindaco progressista, oltre che un grosso problema per la coalizione di centro sinistra composta da un arcipelago di ben 11 formazioni politiche, tra cui molte, come Azione di Carletto Calenda, avevano aderito proprio sulla base delle garanzie sui carichi giudiziari gravanti sul candidato governatore.
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