Taglio delle tasse con la Nadef 2024

Leo al consiglio di Confcommercio: «a novembre si capirà lo spazio di manovra per la riduzione del peso fiscale». Serve più impegno a ridurre gli sprechi nella spesa da 1.000 miliardi.

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taglio delle tasse

Per il taglio delle tasse che asfissiano l’economia italiana forse, e si sottolinea il forse, è la volta buona: intervenendo al consiglio di Confcommercio riunito a Roma, il viceministro all’Economia con delega alla riforma fiscale, Maurizio Leo, ha detto che «a novembre, quando avremo i dati della finanza pubblica sarà possibile individuare le risorse che verranno messe al servizio del taglio delle tasse».

E’ con la Nadef, prosegue Leo, che «potremo dire gli interventi di riduzione delle tasse che faremo nel 2024. Se troviamo delle risorse, verranno tutte messe al servizio delle riduzioni fiscali».

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Intanto, con il Def appena approvato dal consiglio dei ministri, sono state messe «le risorse al servizio del taglio del cuneo fiscale, con il Governo che è stato attento a non sforare i conti pubblici». In questo caso, le risorse sono state trovate allargando ulteriormente l’indebitamento 2023 e sfruttando il maggiore margine consentito dalla revisione al rialzo della crescita del Pil, dallo 04% allo 0,9%.

Nel 2024 avverrà la riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre scaglioni? «Il nostro obiettivo è già lavorare sulle aliquote, ma bisogna trovare le risorse – risponde Leo -. La svolta l’avremo, avremo veramente numeri chiari con la nota di aggiornamento del Def, quando ci sarà un quadro chiaro sui conti del 2023». Sarà quel quadro, sottolinea ancora Leo, «la base di partenza per vedere cosa fare negli anni successivi», si vedrà se «potrà dare ulteriore benzina alla riforma fiscale» e al taglio delle tasse, mentre si lavora per reperire risorse anche su altri fronti, come «sui crediti di imposta, sulle deduzioni». Così, dice ancora Leo, «alla fine avremo delle risorse per fare in modo che nel 2024 si possa fare il primo modulo della riforma per poi arrivare a completare il percorso di riforma previsto entro la fine legislatura».

 Ma, avverte ancora Leo, il metodo di lavoro del Governo è di farlo muovendosi «sempre con attenzione, perché i conti pubblici devono essere salvaguardati. I mercati ci guardano».

Più in generale, Leo parlando ai componenti del consiglio di Confcommercio riassume in modo ampio il quadro di un «disegno sicuramente ambizioso, se non si fa adesso, a inizio legislatura, è difficile che si faccia nel prosieguo» sottolineando come «il mio auspicio è che nel dibattito parlamentare ci si spogli di posizioni preconcette e che anche con le parti sindacali si possa ragionare perché abbiamo messo tanto per il lavoro dipendente». Ed è giusto che anche chi intraprende e rischia in proprio abbia finalmente dallo Stato il giusto riconoscimento in termini di taglio delle tasse, per di più da parte di un governo di centro destra.

Confcommercio è fiduciosa, anche se «servono percorsi su misura, volti al miglioramento qualitativo delle finanze pubbliche, all’insegna di crescita sostenibile, capace di ricondurre il debito verso un livello prudente. E’ strategico, in particolare per il nostro Paese – avverte il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli -. Per raggiungere questo necessario obiettivo, a livello politico interno occorre come prerequisito la coesione politica, la collaborazione tra istituzioni, l’efficienza delle pubbliche amministrazioni».

Per Sangalli, sul Pnrr «dobbiamo fare presto e fare bene». In particolare sulla delega per la riforma fiscale, tema del confronto tra il viceministro e Confcommercio, «è davvero condivisibile la volontà di procedere con una riforma complessiva, all’insegna della crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, il contrasto di evasione ed elusione, la semplificazione degli adempimenti e la certezza del diritto. Riforma complessiva, – avverte Sangalli – anche perché non vi è davvero addetto ai lavori, cittadino o impresa che non concordi sul fatto che non è più tempo di manutenzioni ordinarie, c’è in gioco crescita economica e coesione sociale e territoriale».

La presenza del vice ministro al consiglio di Confcommercio «è un segnale di attenzione politica e di amicizia nei confronti di Confcommercio e delle imprese che rappresentiamo». Nel merito della riforma, tra i punti evidenziati, è «giusta la razionalizzazione dell’Irpef con la riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito, fermo restando il principio di progressività e perseguendo obiettivi di equità orizzontale».

Quanto all’Irap «la delega ne conferma il percorso di graduale superamento»; «va fugato il rischio dell’esito paradossale di un’imposta con base imponibile relativamente esigua, gravante sulle imprese più dinamiche ed efficienti con aliquota elevata».

Sul versante Iva «ben venga la razionalizzazione del numero e della misura delle aliquote. Ma, lo ribadiamo, la razionalizzazione non dovrà comunque tradursi in un incremento complessivo della tassazione indiretta su benie servizi».

Infine, necessario proseguire sulla razionalizzazione della spesa pubblica che ha superato di slancio la quota di 1.000 miliardi, agendo sugli sprechi che vanno solo a beneficio di pochi e a danno di chi deve fronteggiare un prelievo tributario tra i più elevati in assoluto, specie per le piccole imprese che, a differenza delle multinazionali, non possono delocalizzare e avvantaggiarsi della fiscalità agevolata dei paradisi fiscali.

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