Effetto Lagarde a febbraio sui nuovi mutui, con tassi oltre il 4%

Secondo Bankitalia il costo dei mutui torna al livello del 2012. Forte frenata dei prestiti. Depositi in calo. Allarme delle associazioni dei consumatori per i maggiori oneri gravanti sulle famiglie.

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Effetto Lagarde sul caro denaro e sul caro mutui, con i tassi che salgono oltre la soglia del 4%, a febbraio sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Taeg). Il dato è pubblicato dalla Banca d’Italia secondo cui i tassi si sono collocati al 4,12% (3,95 in gennaio). Il tasso sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 9,88% (9,79 nel mese precedente).

Un simile aumento dei tassi sui nuovi mutui registrato a febbraio (4,12%) non si vedeva in Italia dalla metà del 2012, quando il livello aveva superato la soglia del 4% all’inizio dell’anno per poi scendere nel corso dei mesi successivi continuando poi a calare con l’avvio della politica della Bce di tassi a zero. A fine 2021 poi è arrivata la brusca inversione di tendenza.

Quello sui tassi non è l’unica nota negativa dell’effetto Lagarde. Calano anche i depositi bancari a febbraio, così come si assiste ad una frenata sull’erogazione di nuovi prestiti al settore privato sono cresciuti dell’1,1% sui dodici mesi contro il +1,6% nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono aumentati del 2,5% sui dodici mesi (3,0% nel mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti dello 0,5% (nel mese precedente il tasso di variazione sui dodici mesi era risultato nullo).

I depositi del settore privato sono diminuiti del 2,4% sui dodici mesi (-1,8% in gennaio); la raccolta obbligazionaria è aumentata del 3,9% (0,7% in gennaio).

Il costo del denaro è destinato ad aumentare ulteriormente, «specie nel campo dei mutui casa e ci aspettiamo che la rilevazione sul mese di marzo vada oltre il 4,2% – afferma Nicoletta Papucci, direttore commerciale di Mutuionline -. Solo nella seconda parte dell’anno è prevista se non un’inversione di tendenza almeno una stabilizzazione».

Su fronte delle associazioni consumeristiche, per il Codacons «un mutuo a tasso variabile costa oggi fino a 3.240 euro in più rispetto al 2021. Se si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca centrale europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile è salita complessivamente tra i 210 e i 270 eurorispetto a quanto pagato nel 2021 – analizza il Codacons -. Questo significa che su una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125.000 e i 150.000 euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, le ripercussioni economiche sulle famiglie che hanno acceso un mutuo a tasso variabile sono comprese tra i +2.520 e +3.240 euro all’anno».

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