Corridoio del Brennero: Baviera, Tirolo e Alto Adige unite per il contingentamento dei Tir

Protesta degli autotrasportatori. Uggé: «chiediamo l’intervento fermo e deciso del ministro ai Trasporti italiano per evitare il blocco dell’export nazionale».

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corridoio del Brennero
Code di Tir in attesa di passare il valico del Brennero.

Senza una gestione digitale del traffico pesante sul corridoio del Brennero il collasso della mobilità è inevitabile. Ne sono convinti i governatori di Alto Adige, Tirolo e Baviera che alla fortezza di Kufstein al confinetra Tirolo e Baviera hanno firmato una dichiarazione d’intenti per l’introduzione di un modelloslot”, ovvero “l’autostrada su prenotazione”, come l’ha definita il presidente della Baviera, Markus Söder.

«Invece di lasciarci travolgere dal traffico, prendiamo in mano la situazione presentando una proposta condivisa» ha aggiunto il governatore altoatesino Arno Kompatscher, rinnovando il suo appello ai tre governi di Italia, Austria e Germania di sedersi a un tavolo per trovare un accordo condiviso sul transito delle merci su strada.

Con un dosaggio del traffico, con i passaggi dei Tir prenotati per certe fasce orarie, «il traffico sarà più scorrevole e questo è nell’interesse di tutti», degli abitanti come anche degli autotrasportatori. «Serve – ha proseguito Kompatscher che ha ideato il sistema degli “slot” – una soluzione unica per tutto il corridoio del Brennero. Il modello digitale sarà poi utile quando entrerà in funzione il tunnel ferroviario del Brennero» nel 2032, salvo ulteriori ritardi.

Il governatore tirolese, Anton Mattle, ha fatto presente che dal 2000 al 2022 il numero dei Tir al valico italo-austriaco è più che raddoppiato da 1,1 milioni a 2,5 milioni di passaggi, che corrispondono al 40% dell’interotraffico transalpino. «Da soli non andiamo da nessuna parte, dobbiamo collaborare», ha ribadito Mattle.

Secondo il presidente bavarese Markus Söder «non serve spostare il problema da una all’altra parte», facendo riferimento agli attuali divieti in Tirolo. «Servono colloqui e non litigi, idee e non rifiuto» ha ribadito Söderevidenziando un nuovo clima di dialogo con il nuovo capitano tirolese, auspicando un ruolo attivo dell’Ue e dei tre governi nazionali lanciando il messaggio: «Bruxelles, Berlino, Vienna e Roma, noi siamo d’accordo».

A non essere affatto d’accordo con la proposta dei governatori delle regioni a cavallo del corridoio del Brennero sono gli autotrasportatori che affermano come il sistema del transito a “slot” dei Tir «sia contrario al principio di libera circolazione delle merci, uno dei pilastri su cui si fonda l’Unione europea, oltre che risultaredi impossibile attuazione sia dal punto di vista pratico, sia da quello operativo».

I dubbi sulla tenuta giuridica di una tale sistema, sono indirettamente confermati dal contenuto della stessa dichiarazione di intenti, laddove viene espressamente richiamata la necessità di un accordo intergovernativo di ratifica del progetto da parte dei rispettivi governi nazionali, nonché dalla Commissione europea.

La questione dell’infondatezza giuridica è posta anche dal prof. Peter Hilpold, docente di diritto internazionaleed europeo all’Università di Innsbruck, secondo il quale il rispetto del diritto dell’Unione europea non conosce alternative. «Con l’introduzione di un sistema di prenotazione obbligatoria dei transiti in questo momento si rischia si partire dal tetto e non dalle fondamenta – afferma Hilpold -. In un sistema retto dal principio del governo del diritto, come quello dell’Unione europea, si crea una situazione poco trasparente e un precedente non solo pericoloso ma anche costoso per tutti gli Stati e territori coinvolti».

Per Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, «sembra quasi una volontà di isolare l’Italia con le sue merci e la sua economia. Ora basta! Il governo italiano si attivi immediatamente e disponga delle misure, che abbiamo già suggerito al ministro in occasioni d’incontro anche recenti, per rispondere ad atteggiamenti “briganteschi” con iniziative “da briganti e mezzo”. Anche perché l’attraversamento delle Alpi è di fondamentale importanzaper l’economia italiana ed in particolare per l’export nazionale».

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