Le partenze pasquali e per il 25 aprile salassano le tasche degli italiani all’insegna dei rincari generalizzati. Dopo le rinunce degli anni dei blocchi da Covid, la voglia di viaggiare è tornata a battere forte.
Le associazioni dei consumatori hanno fatto i conti dei rincari generalizzati che attendono i vacanzieri. Assoutenti ha fatto i conti sul costo degli spostamenti. «Partire in occasione delle festività si traduce sempre più in un salasso per gli italiani, come emerge dal monitoraggio sull’andamento delle tariffe aeree e i prezzi dei carburanti alla pompa, per capire quanto costerà spostarsi durante la Pasqua e il ponte del 25 aprile».
Per partire in aereo nei giorni di Pasqua da Roma un biglietto di sola andata per la Sicilia è costato oltre 360 euro, mentre quello del treno, su alcune tratte Nord-Sud, ha superato quota 170 euro. La situazione peggiora se si prendono in esame le tariffe per il ponte del 25 aprile – spiega Assoutenti -. Un volo di sola andata per le Seychelles (partenza sabato 22 aprile) costa un minimo di 820 euro se si parte da Milano, 603 euro da Roma. Per le Mauritius il biglietto, sempre di sola andata, costa almeno 701 euro partendo da Fiumicino, 606 euro da Malpensa. Conviene quindi scegliere le Maldive, meta per la quale il volo costa “appena” 465 euro da Milano, 434 euro da Roma.
Non va meglio usare l’automobile: «i prezzi dei carburanti – evidenzia Assoutenti– hanno ripreso la corsa al rialzo proprio quando milioni di famiglie si spostano per trascorrere feste e ponti fuori casa – denuncia il presidente Furio Truzzi -. Ai listini attuali la benzina costa circa il 6,5% in più rispetto alla Pasqua del 2022, e chi deciderà di concedersi qualche giorno fuori casa durante le prossime festività dovrà mettere in conto rincariper le strutture ricettive in media del +13,3% su base annua».
Dal rilevamento dell’Osservatorio ASTOI Confindustria Viaggi – l’Associazione che rappresenta oltre il 90% del mercato del turismo italiano – le vacanze pasquali e i ponti primaverili riconfermano che la fruizione di prodotti turistici ha acquisito per i consumatori un valore preponderante rispetto ad altri beni. La fascia medio-alta della popolazione tende a risparmiare su altre tipologie di consumi, fa alcune rinunce, ma non si priva dei viaggi. Non ha frenato l’inevitabile rincaro dei pacchetti turistici, che si attesta – con medie variabili in funzione delle destinazioni – dal 10% al 20%. «I tour operator – spiega Astoi – hanno contrattato e tentato di contenere gli aumenti causati dall’inflazione ma, naturalmente, non è stato possibile impedirne l’impatto sui prezzi di vendita».
I rincari generalizzati si abbattono anche sul tradizionale pranzo di Pasqua e porteranno le famiglie italiane a spendere complessivamente circa 240 milioni di euro in più per imbandire le tavole in occasione della festività secondo il calcolo del Codacons. A parità di consumi la spesa complessiva sale da 1,8 miliardi dello scorso anno ai 2,04 miliardi di euro del 2023. Ciò a causa delle tensioni nei listini al dettaglio di una moltitudine di alimenti e materie prime immancabili sulle tavole degli italiani in occasione del tradizionale pranzo pasquale.
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