Ancora un caso di predicare bene e razzolare male dei vertici delle istituzioni europee, questa volta focalizzate sul presidente del Consiglio Ue, il belga Charles Michel, beccato dal quotidiano online Politico per l’utilizzo disinvolto di aerotaxi privati per i suoi spostamenti istituzionali.
Michel avrebbe utilizzato jet privati per circa 72 viaggi, il 64% di quelli fatti tra l’inizio del suo mandato, nel 2019, e dicembre 2022. Secondo Politico, Michel avrebbe viaggiato a bordo di aerei commerciali solo in 18 delle 112 missioni svolte nel periodo preso in esame.
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Pure nelle missioni dedicate ad eventi ambientali, Michel, anche in compagnia con la presidente della Commissione, la tedesca Ursula von del Leyen, non si è fatto scrupolo di ridurre il proprio impatto ambientale, preferendo il jet privato al volo di linea. Questo in occasione della Cop 26 – la Conferenza mondiale sul clima – di Glasgow del 2021che in quella Cop 27 svolta in Egitto a Sharm El-Sheikh nel novembre 2022.
Secondo Transport & Environment, una Ong che si occupa di transizione energetica, un jet privato arriva ad emettere due tonnellate di anidride carbonica (CO2) all’ora: per il volo di andata e ritorno tra Bruxelles e Sharm El- Sheikh, il duo Michel e von der Leyen avrebbe emesso circa 20 tonnellate di CO2. Un risultato che fa a pugni con il “Green Deal” voluto dalla Commissione, specie avuta contezza che, in media, un cittadino Ue “genera” circa 7 tonnellate di CO2 nel corso di un anno.
Per la serie del predicare bene e razzolare male da parte dei vertici delle istituzioni europee c’è il fatto che si tende a contrabbandare per grandi obiettivi ambientali l’azzeramento delle emissioni di CO2 al 2050, spesso condannandoal macero milioni di posti di lavoro, decenni di sviluppo economico e sociale, quando poi proprio dai vertici arrival’esempio in senso contrario, cosa che finisce per minarne la residua credibilità.
Una tempesta, quella scatenata sulla testa del belga Michel, che il suo portavoce cerca di derubricare ad una situazione di forza maggiore, «perché i voli commerciali disponibili non erano compatibili con l’agenza degli impegni del presidente del Consiglio Ue». In certi casi, più che argomentare giustificazioni improbabili, sarebbe meglio un rigoroso e vergognoso silenzio, sperando che la primavera del 2024 arrivi il prima possibile per portare in Europa un fortissimo tornado che spazzi via una classe politica dannosa ed incapace.
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