In Italia l’occupazione torna a crescere: in due mesi creati 100.000 posti

Secondo il rapporto Bankitalia, ministero del Lavoro e Anpal, crescono i posti stabili. Ma ne servirebbero molti di più. Calderone: «ottimo segnale».

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Dopo la frenata dell’ultima parte del 2022, l’occupazione torna a crescere nel primo bimestre del 2023 con ritmi superiori a prima della pandemia. Secondo l’ultimo Rapporto Bankitalia-ministero del Lavoro e Anpal, dopo il forte calo nella seconda metà del 2022, nei primi 2 mesi del 2023 la domanda di lavoro nel settore privato non agricolo è tornata crescere a ritmi sostenuti: sono stati creati oltre 100.000 posti, al netto delle cessazioni.

L’incremento è maggiore di un terzo rispetto agli stessi mesi del 2019, precedenti la pandemia e ha riguardato esclusivamente la componente a tempo indeterminato.

«I 100.000 posti di lavoro creati nei primi due mesi del 2023 sono un ottimo segnale di fiducia per la nostra economia – afferma il ministro del Lavoro e delle politiche socialiMarina Calderone -. Anche se molto c’è ancora da fare: da diversi settori intercettiamo la carenza di manodopera. Con il potenziamento delle politiche attive, siamo al lavoro per creare condizioni che favoriscano una migliore occupabilità anche di chi è fuori dal mercato da qualche tempo e per efficientare i processi di incrocio fra domanda e offerta di lavoro».

Proprio con la ripresa della stagione turistica di primavera-estate, cresce la possibilità di occupazione, anche se rimane il problema della remunerazione del lavoro, che tende al ribasso, specie per i livelli più bassi di qualificazione.

Per rendere appetibili – e oggettivamente remunerativi – le varie offerte di lavoro è indispensabile tagliare il prima possibile le tasse, oltre ad aprire una volta per tutte alla regionalizzazione delle retribuzionisuperando il principio ormai antistorico di un livello identico lungo tutta la penisola, anche per garantire effettivamente un adeguato potere d’acquisto – che varia a seconda delle varie località e dalla grande città ad una di provincia – a tutti i lavoratori. Ne va anche della credibilità di un sindacato sempre più popolato tra i tesserati da pensionatipiuttosto che da lavoratori.

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